1 Milione di addetti ai lavori
20 milioni di utenti ogni anno.
Sono questi i numeri, anzi erano questi i numeri che riguardavano il comparto dello sport che in Italia si svolgeva nelle palestre e nelle piscine.
Un comparto che, praticamente, non esiste più e che, quando sarà concesso, dovrà ricostruirsi da zero.
Nel 2020 le strutture sportive hanno subito la prima drastica chiusura a Marzo, quando in tutto il territorio italiano vennero sospese tutte le attività per l’emergenza coronavirus.
Le prime riaperture si sono potute intravedere soltanto nella seconda metà di Maggio. Ad Ottobre, un nuovo DPCM costringeva le palestre e le piscine a chiudere all’utenza.
Sono trascorsi 80 giorni e ad oggi la data della riapertura rimane soltanto un’ipotesi.
Giampaolo Duregon è il Presidente dell’ Anif (Associazione Nazionale Impianti per lo Sport e il Fitness). Rappresenta 100.000 centri sportivi ed ha parlato della situazione con La Gazzetta (clicca qui per l’intervista completa).
Duregon rileva che dopo il primo lockdown soltanto il 30/35% dell’utenza era tornata ad allenarsi in palestra. Le chiusure di Ottobre hanno inferto il colpo di grazia su un comparto già in profonda crisi.
Chi fa sport è già di per sé accorto e osservante delle regole. A ottobre non ci hanno ascoltati, l’ultimo DPCM è suonato come una condanna definitiva nonostante i rigidi protocolli applicati sin da maggio e i controlli con esiti positivi di ASL e NAS.
Quando ci hanno fatto richiudere, nessuna palestra, piscina, centro sportivo era mai risultato essere focolaio di contagi.
I numeri di incidenza erano bassissimi, al di sotto dell’1 per mille. Ora però abbiamo finalmente un vaccino, il contagio andrà piano piano diminuendo, potremo con calma riprendere in mano la nostra vita. Riaprire i Centri Sportivi, palestre, piscine, rappresenterà il graduale ritorno alla normalità.