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5 Viaggi Speciali Verso Tokyo: #5 La Rinascita Di Ikee Rikako

5 profili, 5 percorsi che hanno in comune una meta e una data, Tokyo 23 luglio 2021. 

5 storie da conoscere per scoprire quante cose ci possono essere dietro ad una qualifica olimpica, dietro ad un’aspirazione di medaglia. Chi sente addosso la pressione della stampa, ed è chiamato a ripetersi e obbligato al successo, per una gioia che, se raggiunta tende poi a trasformarsi in sollievo. Chi non ha nulla da perdere e per questo potrebbe anche vincere. Chi ha già raggiunto il suo obiettivo, e vista l’impresa compiuta si trova a poter sognare ancora più in grande. Chi vive seconde giovinezze, chi maturità precoci. 

I 5 nuotatori che vale la pena scoprire come sono arrivati ai Giochi Olimpici di Tokyo. 

#5. IKEE RIKAKO

Ikee Rikako

Rikako Ikee 2017 World Championships Budapest, Hungary (photo: Mike Lewis)

Alcune storie è bene raccontarle dalla fine. E non che questa sia davvero la fine, ma è la fine di un capitolo importante nella vita e nella carriera di Ikee Rikako.

Il 4 aprile una timida e composta atleta, dopo aver concluso la propria gara ai al Japan Swim 2021, si avvicina al giornalista che la attende sul bordo vasca e lei saluta i presenti, ringrazia tutti con poche parole, quasi bisbigliate, poi si volta e fa un inchino, rivolto forse ai (pochi) presenti sugli spalti, più probabilmente invece all’acqua della piscina, e scoppia in lacrime.

Il percorso di Ikee Rikako verso i Giochi olimpici finisce con le lacrime di gioia per aver raggiunto un traguardo inaspettato per quanto voluto, e inizia poco più di due anni prima, con una diagnosi che non lascia scampo all’immaginazione: leucemia.

E’ la stessa atleta a dare la notizia shock al mondo del nuoto. Durante un collegiale in Australia ha accusato i primi sintomi ed è tornata di corsa a Tokyo, sua città natale, dove i medici le hanno comunicato quella che per molti sarebbe rimbombata nelle orecchie come una sentenza senza appello.

“Ho la leucemia, ma posso batterla. Ora mi dedicherò alle cure e mostrerò una Ikee Rikako ancora più forte.”

Questo l’annuncio dell’allora 19enne giapponese sui suoi profili social, scegliendo la foto di un enorme mazzo di fiori per dare a tutti questa terribile notizia, quasi a voler lei per prima indorare la pillola a beneficio degli altri.

Certo, le cose brutte accadono, e quando accadono ai giovani, agli atleti, simbolo di forza e di invincibilità fa ancora più scalpore, si tende quasi a provare quel briciolo di compassione in più, anche se si trovano, magari, dall’altra parte del Mondo. Anche se non conosciamo direttamente le persone coinvolte ci colpisce forte al cuore una sensazione di ingiustizia, attenuata solo dalle parole di chi quell’incubo lo sta vivendo ma prova comunque a rassicurare tutti, “tornerò“.

Quando Ikee Rikako dice di voler tornare, il pensiero di tutti corre alle Olimpiadi che si terranno non solo nel suo Paese ma proprio nella sua città e dalla quale Ikee era stata scelta come volto per la campagna a cinque cerchi. Olimpiadi troppo vicine, e sicuramente lontanissime dai pensieri di chi ha appena visto stravolgere le proprie priorità.

Emma McKeon, Margaret MacNeil, Sarah Sjöström - courtesy Rafael Domeyko

Emma McKeon, Margaret MacNeil, Sarah Sjöström – courtesy Rafael Domeyko

Il mondo però, fuori dal reparto oncologico dell’ospedale di Tokyo, continua a girare, si gareggia, si sale sui podi internazionali. Ai campionati mondiali di Gwangju le 3 medagliate dei 100 farfalla omaggiano Ikee di un pensiero che rimarrà impresso nella memoria di tutti:

“Never Give Up”.

Poi, un gioco del destino, o almeno così dev’essere sembrato a lei, sposta i suoi Giochi Olimpici più in là, quasi a volerle offrire una chance, un anno bonus per provare ad essere presente quando la fiaccola finalmente incendierà il braciere.

Certo il mondo racconta una storia di pandemia, virus letali, pressioni politiche, difficoltà organizzative, ma a guardare il tutto dal punto di vista di Ikee Rikako, i Giochi nel 2021 sono un dono.

Un dono che però è necessario andare a prendere con sudore e fatica. E coincidono proprio con i giorni del rinvio le prime immagini di Ikee di nuovo in piscina, sotto la stretta sorveglianza dei medici ma anche con un sorriso inequivocabile.

Un corpo visibilmente consumato, tanto fragile da sembrare quasi in balia del vento, la malattia è battuta, ora serve tempo e forza d’animo.

Mesi dopo, il percorso a cinque cerchi di Ikee Rikako finisce con il 57.77 nuotato nei 100 farfalla al Japan Swim che l’ha qualificata ufficialmente per i secondi Giochi Olimpici.

Rikako Ikee 2017 World Championships Budapest, Hungary (photo: Mike Lewis)

Una parte del mondo avrà sentito il nome di Ikee Rikako solo accanto ai titoli che ne annunciavano la malattia prima e la guarigione poi. Ma la storia di questa giovane e talentuosa atleta, la storia intera, come forse la racconterebbe lei, inizia molto prima del febbraio 2019.

Inizia nella piscina di Edogawa, la più vicina a casa, quando all’età di tre anni inizia a nuotare e a soli 5 sa nuotare tutti e 4 gli stili. Prosegue come talento cristallino quando a 14 anni migliora numerosi record scolastici e nel 2016, a solo 16 anni, come nuotatrice giapponese iscritta in più eventi ai Giochi di Rio, ben 7.

E’ la storia dei 6 ori ai Giochi Asiatici del 2018, antipasto di quello che tutti si sarebbero aspettati al mondiale dell’anno successivo e alle Olimpiadi. E’ un percorso lungo, che va oltre la malattia e racconta di una protagonista attesa che a Tokyo ha iniziato un viaggio e che ha Tokyo vedrà in qualche modo il suo coronamento.

 

 

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About Braden Keith

Braden Keith

Braden Keith is the Editor-in-Chief and a co-founder/co-owner of SwimSwam.com. He first got his feet wet by building The Swimmers' Circle beginning in January 2010, and now comes to SwimSwam to use that experience and help build a new leader in the sport of swimming. Aside from his life on the InterWet, …

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