Caeleb Dressel è più di quello che vediamo in acqua.
È l’estate del 2017. Siamo in Ungheria, a Budapest.
In una nuova e rimodernata struttura chiamata “Duna Arena” si stanno svolgendo i Campionati del Mondo di nuoto.
A fine Mondiali il mondo conoscerà il nome ed il cognome di quel ragazzo dal braccio tatuato e dallo sguardo ancora confuso.
Finale dei 100 metri stile libero.
L’annunciatore ha appena finito di elencare i nomi degli otto finalisti.
In quel momento di calma piatta, di silenzio, Caeleb Dressel si piega sul lato destro del blocco di partenza. Avvicina una mano al volto, sembra bisbigliare qualcosa.
Poi esegue un salto in verticale di almeno 40 centimetri da terra.
Atterra. prima di salire sul blocco, dice ad alta voce: “Andiamo!”
Non stava parlando con i suoi avversari.
Non stava parlando con la gente che a casa stava guardando la diretta televisiva.
Caeleb Dressel, in quel momento, stava parlando esclusivamente a se stesso.
Caeleb Dressel – Gwangju 2019.
Estate 2019.
Caeleb Dressel si trova a 12 ore di fuso orario da casa.
E’ con la sua squadra, una squadra che in lui ripone tante speranze ed aspettative.
Caeleb non è solo.
Non si sente solo.
Con lui ha una bandana blu. La porta sempre con sé da quando gli è stata donata nell’autunno del 2017.
Caeleb aveva un’insegnante di matematica. Si chiamava Claire McCool. Claire non gli ha insegnato solo formule matematiche. E’ stata per lui una mentore, un esempio da seguire.
Claire ha insegnato a Caeleb il significato delle cose. Esite una vita oltre la scuola ed esiste una vita oltre il nuoto.
La signora McCool ha lottato contro il cancro ed ha perso.
Quando è venuta a mancare il marito ha regalato la bandana di Claire a Caeleb affinché lo accompagnasse e gli ricordasse sempre la sua amata insegnante.
Da quel giorno Dressel la tiene sul comodino accanto al letto. La porta con sé ogni volta che deve gareggiare.
Siamo a Gwangju, in Corea del sud.
E’ il 26 Luglio e Caeleb deve nuotare la semifinale dei 100 metri farfalla.
Arriva dietro al blocco, si piega in ginocchio alla sinistra dello stesso.
Con una mano si tiene all’aletta posteriore del blocco mentre l’altra la porta al volto.
In quella mano tiene stretta la bandana di Claire.
Dressel si è allontanato dalla gara, dai suoi avversari, dai milioni di telespettatori che lo guardavano.
E’ rimasto in silenzio con se stesso e con il ricordo di una persona cara.
Prima di abbattere il record del Mondo dei 100 metri farfalla, stabilito dieci anni prima dal più grande nuotatore di tutti i tempi, Caeleb Dressel ha ricordato a se stesso che non esiste solo il nuoto.
La vita è altro.
Ancora una volta ha detto a se stesso “Andiamo” e si è tuffato.
Record del Mondo.