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I Consigli di Oliver: Trasformare I Giudizi Emotivi In Un’Analisi Costruttiva

Oliver Leroy scrive a ruota libera su un tema che riguarda chiunque abbia speso almeno un po’ del proprio tempo cercando di migliorare le prestazioni in acqua: come non lasciarsi influenzare dai giudizi negativi.

“Le brutte prestazioni in gara e in allenamento possono essere una bella scocciatura”.

Una tiritera che conosciamo tutti.

Sono andato ad allenarmi. Ho provato a portare a casa il lavoro ma non sono riuscito ad ingranare, finendo col fare risultati mediocri.  Non sono stato dentro recuperi facili che di solito mi appartengono. La sensazione in acqua era la cosa peggiore. Rallentavo vasca  dopo vasca. Mi sentivo uno straccio.

 Nuotare male però, che sia in gara o in allenamento, può succedere.

(Anche se saperlo non lo rende meno irritante.)

La buona notizia è che nessuno nuota sempre in maniera perfetta. Caeleb Dressel fa dei brutti allenamenti. Katie Ledecky ha le sue giornate no. Io ho le mie giornate no e altrettanto tu. Questo significa che sei un essere umano.

I nuotatori d’elite hanno un modo di rispondere a queste contro-prestazioni molto più produttivo rispetto a chiunque altro.

E tutto comincia da come reagiscono immediatamente dopo la nuotata incriminata.

L’assoluta inutilità di esprimere un giudizio

Quando le cose non ci vanno come programmato in piscina saltiamo subito alle conclusioni. Le emozioni galoppano: frustrazione, rabbia, tristezza e disappunto; e in quei momenti iniziamo a investirci con critiche e giudizi carichi di emotività.

Faccio schifo, non sono capace, non sarò mai abbastanza veloce, sono il peggiore, il mio compagno è migliore di me.

Questi giudizi sono affrettati. Sono poco obiettivi. E, come spero stiate intuendo, ampiamente inutili.

Ora, fai un passo indietro e riconsidera queste affermazioni a mente fredda. Nello stato calmo e lucido in cui ti trovi adesso, leggi a voce alta quei giudizi e rifletti sulla loro reale utilità.

Cosa ti possono dire a proposito del tuo essere un atleta?

Poco, se non nulla.

Non dicono nulla rispetto ai tuoi sforzi. Non aggiungono informazioni nuove sulla tua preparazione. E di non ti offrono nulla di utile da portare con te nella sacca quando la mattina alle 5.20 sei pronto a tuffarti in una piscina fredda per diventare un nuotatore migliore.

Solo e soltanto un veloce fai schifo. E basta.

Valutazioni vs Giudizi

E’ troppo semplice saltare alle conclusioni dopo una performance scadente.

Ci si sente frustrati, fuori di sè, arrabbiati ed essere emotivi a riguardo è assolutamente normale per qualunque atleta del mondo.

Ma se ti concedi qualche istante per recuperare il fiato e per distaccarti da quanto appena successo ti renderai conto che si tratta, in realtà, di una grande opportunità da cogliere. Basta solo sapere che cosa guardare.

Supponiamo che tu abbia avuto una brutta gara.

Ti sei sentito poco brillante, la nuotata era spenta, hai subito la gara dallo start e il tempo sul cronometro è stato lo specchio delle tue terribili sensazioni.

Ora, potresti concentrati sui soliti giudizi emotivi (faccio schifo, non sarò mai veloce) oppure toglierti quell’aria da professorino, e utilizzare i dati raccolti sulla tua performance come una vera opportunità di miglioramento.

Analisi degli errori

Quando, guardando la gara, trovi dei chiari punti deboli:

  • La mia uscita dalla subacquea è stata più scadente del solito;
  • Le mie gambe sono morte negli ultimi 50;
  • E non mi sono sentito adeguatamente riscaldato…

Ecco l’occasione perfetta per identificare su cosa lavorare:

  • Decidere di fare dell’uscita dalla subacquea una priorità in allenamento. Sfidando te stesso giorno dopo giorno in ogni singola ripetizione.
  • Scegliere di spendere dieci minuti extra dopo ogni seduta per rafforzare le tue gambe, ad esempio con delle propulsioni verticali.
  • E cogliere l’occasione per sedersi con il tuo allenatore e pianificare un riscaldamento pre-gara che metta entrambi nelle condizioni per una grande prestazione.

Ok.

Questi sono solo semplici esempi di come trasformare una cattiva sensazione in una nuova consapevolezza.

Sono piccoli aggiustamenti capaci però di fare molto di più rispetto ai giudizi distruttivi. Ti offrono un’occasione chiara e tangibile per migliorare, un piano di lavoro per raggiungerli e, inoltre, potrai comunque usare la rabbia agonistica per la brutta prestazione come benzina per il tuo motore.

Meglio di così.

All’improvviso ecco che un allenamento insufficiente o una gara sottotono non sembrano più la fine del mondo. Le tue sicurezze non saranno più sgretolate da una brutta giornata perché una nuotata scadente è solamente una nuova opportunità di sbloccare il tuo prossimo livello di performance.

Magari, dopo tutto, non fai schifo.

Le valutazioni ti conducono da qualche parte mentre i giudizi ti tengono ancorato dove sei

Lo slancio che si può ottenere durante una stagione grazie all’analisi costruttiva dei tuoi errori è incalcolabile.

Non avrai più bisogno di extra motivazioni e obiettivi perché ci saranno sempre cose da migliorare.

Valutazioni regolari e oggettive dopo le brutte nuotate, così come dopo quelle buone, visto che l’allenamento perfetto non esiste, ti offrono una via per migliorare costantemente. Un percorso che è sotto il tuo pieno controllo (che ti offre la piena padronanza della tua nuotata e aumenta la tua fiducia).

Mentre invece i giudizi fastidiosi sono sempre piuttosto vaghi, duri da digerire e finiscono con il chiuderti in un angolo nel quale sentirti ancora più demotivato.

Faccio schifo. Non sono veloce come i miei compagni. Non sarò mai abbastanza bravo.

Cose del genere non ti danno letteralmente nulla per diventare un atleta migliore.

Nulla di utile su cui concentrarsi domani in piscina.

Niente che possa servire come benzina.

è molto meglio concentrarsi su una sincera valutazione del proprio nuoto e dirigere la propria concentrazione in quella direzione.

Per esser chiari, non sto assolutamente dicendo che l’emozione evaporerà del tutto iniziando a valutare così le proprie performance. Assolutamente no. L’emotività è sempre la prima protagonista sul bordo vasca e questo non cambierà mai.

Ma quando vi concederete del tempo per decomprimervi da una giornata no, e l’emozione del momento sparirà, fate un bel passo indietro dalla vostra performance e valutatela oggettivamente.

Chiedete le impressioni al vostro allenatore e usatele per fare chiarezza nella vostra testa su cosa fare per migliorare.

Prendete appunti, aggiungete dati nuovi e andate avanti con il vostro percorso.

I consigli dei professionisti

State andando regolarmente in piscina, lavorate sodo, ma non vedete i risultati che i vostri meriterebbero?

Se andate in panico nel giorno della gara, o se non siete in grado di convertire il vostro lavoro duro in una nuotata veloce, se siete stufi di nuotare come una patata, o semplicemente avete voglia di imparare come avere a che fare con la fatica che comporta allenarsi come un mostro…

Conquer the Pool: The Swimmer’s Ultimate Guide for a High-Performance Mindset può aiutarti.

Un libro di 300 pagine scritto da e per nuotatori professionisti. Scritto grazie alle indicazioni di oltre 200 atleti olimpionici, campioni NCAA, allenatori, il libro vi permetterà di crearvi una mentalità a prova di bomba.

Passo dopo passo, grazie ad esercizi semplici e all’esempio degli olimpionici di oggi e di ieri, questo libro è la vostra arma migliore per nuotare velocemente.

Quando vi sentirete pronti per lavorare seriamente sul vostro approccio mentale, cliccate il link in basso.”

Clicca qui per saperne di più su Conquer the pool

By Oliver

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About Braden Keith

Braden Keith

Braden Keith is the Editor-in-Chief and a co-founder/co-owner of SwimSwam.com. He first got his feet wet by building The Swimmers' Circle beginning in January 2010, and now comes to SwimSwam to use that experience and help build a new leader in the sport of swimming. Aside from his life on the InterWet, …

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