2017
Copenhagen. Freddo quasi quanto ne fa fuori, all’aperto. Un impianto piuttosto buio. Non che non si vedesse la vasca. Ma appena fuori dall’acqua, tutto attorno, era coperto da teloni neri, quasi fossero le quinte di un teatro. E una manifestazione di questo tipo, in fin dei conti, non è altro che uno spettacolo.
“La vasca di scioglimento era freddissima. Non era facile attivarsi nel modo giusto. Però sentivo una carica pazzesca. Venivo da un periodo nero. Sentivo un forte senso di rivincita, il bisogno di tornare lì in alto. E appena ho visto un varco, una possibilità per farlo, l’ho colta al volo”
Marco Orsi si era qualificato ai campionati Europei di vasca corta per nuotare le sue specialità, i 50 e 100 stile. Quelle gare però non gli entrano nella maniera giusta ed è escluso dal passaggio di turno nei 100. Mentre i 50 gli riservano un posto in semifinale che non lo soddisfa.
” I 100 misti erano una scommessa. Un paracadute che aprendosi avrebbe potuto salvare il mio europeo, e il mio morale. Non avevo grandi aspettative inizialmente. Ma se ti trovi al blocco 5 della finale europea e sai che accanto hai l’uomo da battere, allora diventa tutta una questione di approccio.”
FORTE
Marco nella finale per l’oro parte forte. Più che può. Lo fa per mettere Sergej Fesikov nella posizione di chi deve inseguire, per spiazzarlo.
“L’ultimo 25 non ne avevo più. Ma alla virata l’ho visto dietro e ho capito che si poteva fare. Che lo dovevo fare. Perché volevo tornare a mettere la mano davanti.”
All’Europeo del 2017 l’Italia ha raccolto 17 medaglie. Gli ori sono stati 5 e sono arrivati tutti dal settore maschile. Per ciascuno di quegli inni risuonati alla Royal Arena c’è una storia personale che attribuisce un peso specifico alla medaglia appesa al collo.
Rivolta. Dotto. Scozzoli. Sabbioni.
“Ho gareggiato l’ultimo giorno e molte energie le ho prese dai miei compagni. Dai miei amici. Ero in camera con Teo, è una tradizione. Il suo oro mi ha dato speranza, lui è una specie di portafortuna.”
Esattamente 2 anni prima, nella vasca di Netanya, l’Europa si era inchinata a Marco Orsi nei 100 stile libero. Questa volta l’inno suona nuovamente, per celebrare il 51.76 che fa di Marco il nuovo campione continentale dei 100 misti. Tra questa e quella premiazione, di cose ne sono successe molte.
“Non l’ho mai detto a nessuno. Sul podio, al termine dell’inno italiano ho fatto un piccolo saltino, non se ne sarà accorto nessuno. E’ stato un silenzioso omaggio al più grande di sempre. L’idolo di mio padre, ad essere sinceri. Chissà perché, in quel momento, ho pensato a Schumacher”
I Campionati europei di vasca corta non sono sempre esistiti. Assieme abbiamo ricordato alcune tappe che l hanno resi ciò che sono. 1991. 1996. 2005.
E’ cambiato tutto, o quasi. Questo era il racconto di chi c’era a Copenhagen nel 2017, in attesa di vedere cosa accadrà a Glasgow 2019.