“DEVI ESSERE UN PO’ PAZZO PER NUOTARE A RANA”
So che tutti lì fuori amate i ranisti.
Chi deve allenarsi con un ranista in corsia sa quanto sia divertente scivolargli accanto durante l’esecuzione di una gambata. Sembrano una razza a parte, lo so bene.
Eppure la nuotata dello stile rana presuppone un’armonia di movimenti muscolari che non ritroviamo in nessun altro stile.
Se il delfino può definirsi potenza, la rana è eleganza coniugata a tecnica e (lasciatemelo dire) genetica favorevole.
Eleganza si, ma chi come me ha apprezzato l’evoluzione di Adam Peaty, converrà che i ranisti sono anche dotati di una preparazione atletica non indifferente.
Il movimento tecnico che sta alla base della rana necessita un allenamento completo. Uno sviluppo muscolare che possa rendere efficienti bracciate e gambate, completamente diverse rispetto agli altri stili.
Questo “atletismo” oltre che nel “Re” Peaty, l’ho riscontrato anche in ranisti come Emre Sacki o i “nostri” Fabio Scozzoli e Nicolo Martinenghi. Del resto, il cambiamento fisico degli ultimi anni dimostrerebbe proprio l’attenzione allo sviluppo muscolare oltre che (ovviamente) tecnico.
La rana è lo stile del ritmo, dove gambe e braccia non smettono mai di lavorare. Devi avere forza nella spinta ed armonia tra la parte superiore ed inferiore del corpo.
Potenza e flessibilità che rendono la rana uno stile unico, difficile da imparare se no lo hai nel DNA.
Tutte queste peculiarità, rendono secondo voi i ranisti i nuotatori più “atletici”?
Scrivetemelo nei commenti!