Siamo abituati a vedere i nuotatori in acqua. Nei loro movimenti sembrano perfetti. Tutto calcolato, una routine che si ripete giorno dopo giorno e che a chi guarda da fuori, sembra quasi semplice.
Ma cosa c’è nella testa, nel cuore e nell’anima dei nuotatori? Pasquale Sanzullo ci porterà in un viaggio attraverso immagini, suoni, pensieri e silenzi che fanno compagnia a chi nell’acqua vive, sogna, ride ed a volte piange.
Mi sono allontanato dalla tribuna lasciandomi alle spalle l’acqua ferma che mi ha fatto pensare a chi non sta mai fermo:
l’iperattivo.
Esistono teste che quando entrano sul piano vasca si dimenticano del mondo che c’è fuori.
Per loro il mondo resta fuori mentre la testa è dentro l’acqua.
Poi ci sono i cervelli iperattivi che fabbricano pensieri e allestiscono immaginazioni anche dopo aver allacciato il costume ed il cuore deve prepararsi a battere duecento colpi al minuto.
Questi cervelli temono di restare a secco di fantasie e al contempo desiderano non averne più.
Quando sei accovacciato con un piede sul blocchetto e l’altro sull’aletta non puoi permetterti di pensare alle parole di Biden e Putin.
Non puoi permetterti di pensare a chi si ammala per i roghi tossici; non puoi permetterti di pensare a chi sta male e non lo dice.
L’empatia devi lasciarla al giudice dietro di te che ha la vista occupata dalle tue natiche.
FATICA E SOLLIEVO
Una volta caduto in acqua (molti si tuffano, alcuni cadono) capirai che ogni bracciata è insieme fatica e sollievo.
Mentre la fatica cresce i metri da soffrire diminuiscono, sentirai un nuovo dolore per ogni metro che avanzi e il fiato si accorcia mentre scorrono i secondi.
Penserai che non ha importanza quello che verrà dopo.
Quando ti abbasserai per l’ultima volta il costume bagnato e la natura delle tue emozioni cambierà per sempre.
Tocco la piastra e faccio una scoperta: la Terra ha continuato a girare mentre la fatica mi strizzava lo stomaco.