Andrea Di Nino è Capo Allenatore e direttore tecnico di A.D.N Swim Project, primo programma Europeo per nuotatori internazionali.
Più che un semplice allenatore, Andrea è un manager di risorse umane, una persona che credeva così tanto nella possibilità di realizzare qualcosa di completamente diverso nell’ambiente natatorio che ha lavorato sodo per raggiungere l’obiettivo.
ADN SWIM PROJECT
ADN Swim Project nasce con la volontà di creare una struttura altamente professionale, dove i migliori specialisti lavorano in team al di sopra dei protagonismi personali. Uno staff di altissima qualità dunque, che oltre a semplici programmi di allenamento fornisce all’atleta allenato soprattutto supporto tecnico, tecnologico, medico – specialistico di cui ha bisogno. ADN Swim Project diventa in questo modo il primo programma Europeo per i nuotatori Internazionali.
L’innovazione che nasce in Italia e supera i confini internazionali, dove sono stati già allenati le medaglie Olimpiche Milorad Cavic e Evgeny Korotyshkin.
A partire da Gennaio 2017 Andrea Di Nino è tornato ad allenare il Campione Olimpico Chad Le Clos ed in esclusiva ha condiviso con SwimSwam i punti di forza e gli obiettivi del suo “metodo”
IL PROGETTO
SwimSwam: Adn Swim Project è il primo programma europeo per i nuotatori internazionali. Cosa ti ha spinto a dar vita a questo progetto, certamente innovativo per l’Italia?
Andrea Di Nino: Sicuramente la mia esperienza in Florida al fianco di Coach Michael Lohberg, dove ho avuto l’opportunità di vedere nuotatori provenienti da molte nazioni diverse allenarsi quotidianamente insieme. Nei due anni passati negli Stati Uniti ho realizzato che in Europa mancava un pro club dedicato a nuotatori internazionali interessati a lavorare in un gruppo d`élite a loro dedicato. A.D.N. è stato il primo progetto full time al mondo (il Race Club – club pro americano – era attivo solo nell’anno olimpico) e la sua continuità per più di 10 anni è per me motivo di particolare orgoglio.
IL TEAM
SwimSwam: Il tuo concetto di squadra di lavoro è chiaro: un team pensato ed ideato come un microcosmo, dove ognuno ha compiti specifici, sa cosa e come lo deve fare e dove l’allenatore è un coordinatore del lavoro di tutti i professionisti. Il nuoto è dunque uno sport di squadra?
Andrea Di Nino: Dal punto di vista del nuotatore intendo il nuoto come uno sport individuale svolto in gruppo, quindi con tutte le dinamiche degli sport di squadra – in particolare nella gestione delle relazioni interpersonali – ma dove tutto il lavoro è finalizzato alla ricerca della performance individuale. Venendo alla figura dell`allenatore, sono d`accordo che l`head coach è il coordinatore dello staff da lui scelto e colui che deve anche prendere alla fine le decisioni, anche le più complicate o sgradite.
Suo compito è valorizzare le risorse interne (leggasi suoi collaboratori) mettendole al servizio dell`atleta, fine ultimo del lavoro del team.
Ulteriore e molte volte sottostimato compito dell`head coach è proteggere il suo staff verso l`esterno….e per esterno intendo non solo verso la federazione dell`atleta, verso i media etc. ma anche verso l`atleta stesso che deve avere – nel malaugurato caso di una significativa problematica con un componente dello staff – come unico interlocutore lo stesso head coach.
SwimSwam: Credi che sia possibile oggi allenare un campione senza il supporto di una squadra formata da posturologi, biomeccanici, analisti, nutrizionisti e medici?
Andrea Di Nino: Se per campione intendiamo l`atleta in grado di essere, almeno per un ciclo olimpico, il migliore nella sua distanza, assolutamente no e la mia storia dal 2005 ad oggi lo conferma. Le grandi potenze del nuoto mondiale (dagli USA al Giappone all`Inghilterra solo per fare tre esempi) dimostrano che la continuità di risultati è frutto del lavoro di un team di specialisti e di programmi basati sulle evidenze scientifiche. D`altro canto questo non è il caso solo del nuoto ma di ogni altro sport che abbia come obiettivo ultimo una prestazione.
GLI ATLETI ALLENATI
SwimSwam: Lavori spesso con campioni che arrivano a te quando hanno già un forte background alle spalle. Non sono bambini o adolescenti da plasmare, ma atleti di fama internazionale, che magari si sono allenati con una sola persona negli ultimi 10 anni. Questi casi sono più facili o più difficili da gestire?
Andrea Di Nino: Difficile darti una risposta secca. Sicuramente le pressioni e le aspettative di atleti adulti, molte volte già con importanti medaglie al collo, sono diverse rispetto a quelle di un quattordicenne che ambisce, almeno inizialmente, ad eccellere nel panorama nazionale. Riguardo il rapporto con il precedente allenatore da parte mia ho sempre cercato di rispettare, almeno nella prima fase di lavoro, il background tecnico dell`atleta per permettergli una transizione morbida a due sistemi di lavoro molte volte diversi. Quello che ho sempre evitato è la contrapposizione tra il sottoscritto e il precedente coach sia per un rispetto deontologico del collega sia per non disperdere energie, visto che il mio obiettivo è lavorare per il futuro dell`atleta non competere con il suo passato.
SwimSwam: Cosa è il talento per te e quale è oggi il ruolo di un allenatore
Andrea Di Nino Penso che questo termine abbia diverse chiavi di lettura in base all’età dell`atleta e allo sport praticato. Se vogliamo focalizzarci su un atleta senior, talento per me vuol dire saper gestire in modo ottimale le situazioni esterne – leggasi nuove richieste tecniche in allenamento oppure lo stress della call room prima di una finale – riuscendo a produrre il 100% del suo potenziale in situazioni nuove per lui o estremamente “demanding”
SwimSwam: Andrea, tra i numerosi atleti allenati, ricordiamo tutti la medaglia d’argento olimpica dei 100 farfalla Milorad Cavic, e Evgenij Korotyškin (il russo con il quale Le Clos a Londra 2012 ha condiviso l’argento dei 100 farfalla). Da Gennaio 2017 sei head coach di Chad Le Clos, puoi già fare un primo bilancio?
Andrea Di Nino: Chad è una persona umile e un’atleta disposto a mettersi in discussione quotidianamente, pre requisiti per essere un campione. Sin dai primi giorni abbiamo trovato un ottimo feeling umano che ci ha aiutato a costruire in brevissimo tempo un`ottima sintonia tecnica che come primo risultato ha portato i risultati cronometrici di Chad nella scorsa estate, sparsi tra il Mondiale di Budapest, le tappe europee di World Cup ed Energy for Swim 2017. E` un nuotatore estremamente competitivo in allenamento e questo lo porta ad essere un fighter in gara. Stiamo lavorando in allenamento per memorizzare le corrette andature e poi lasciarlo maggiormente libero in gara di esprimere il suo potenziale senza troppe costrizioni.
LA SCIENZA AL SERVIZIO DEL NUOTO
SwimSwam La scienza al servizio del nuoto, i numeri, le analisi meticolose del nuotatore e della nuotata. E’ questo il futuro del nuoto?
Andrea Di Nino. Assolutamente sì. Statistiche e strumentazioni scientifiche permettono comparazioni e valutazioni oggettive di vari aspetti che compongono la performance dell`atleta. Iniziando dai dati antropometrici passando a quelli biomeccanici per arrivare a quelli di analisi della gara – solo per fare tre semplici esempi – si arriva a comporre un mosaico che illustra in maniera chiara e leggibile da parte di tutti i membri dello staff la stagione di un nuotatore. I numeri difficilmente ingannano e molte volte aiutano a trovare soluzioni.
SwimSwam: Quale è il segreto del metodo “Di Nino”?
Andrea Di Nino: Non ci sono segreti né particolari meriti se non l`attenzione al dettaglio e la capacità di ascoltare il mio staff. Il risultato del nuotatore è la somma del lavoro di tutti i componenti dello staff. Molte volte l`head coach finisce in copertina quando sarebbe giusto che la stessa ribalta fosse dedicata anche ad altri elementi dello staff.
LE ALTRE PASSIONI
SwimSwam Parliamo di cose serie adesso. Romano “de Roma”, per anni il quartier generale in Campania, a Caserta, luogo a te caro che grazie ad ADN ha avuto risalto anche nel nuoto internazionale.Partita scudetto Roma/Napoli: come va a finire?
Andrea Di Nino: Purtroppo l`andata c’è già stata, quindi per il ritorno resta solo un risultato…..quello della passata stagione!
SwimSwam: Ci sono dei principi o dei metodi utilizzati nel nuoto che potrebbero essere applicati al calcio italiano?
Andrea di Nino: Ci può essere sicuramente uno scambio reciproco…dal calcio il nuoto dovrebbe copiare la struttura societaria e in particolare la definizione di ruoli e chiare responsabilità per tutti i suoi componenti. Il nuoto – in particolare quello italiano – in questo momento potrebbe dare al calcio i suoi risultati, cosa di cui il nostro movimento calcistico forse abbisogna….
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