I nuotatori russi Alexandr Kudashev e Veronika Andrusenko sono stati provvisoriamente sospesi con accuse di violazioni delle regole antidoping 9 giorni prima dell’inizio dei giochi olimpici di Tokyo.
L’annuncio è stato fatto da FINA ieri sera.
Le indagini sono ancora in corso e non necessariamente si tratta di test anti-doping positivi.
Ad entrambi gli atleti è stata comminata una sospensione provvisoria.
Kudashev è qualificato per gareggiare nei 200 metri farfalla maschili grazie al suo PB di 1:55.48 che gli è valsa la convocazione dal Comitato Olimpico Russo (ROC).
La due volte olimpica Andrusenko doveva invece nuotare i 200 stile libero femminili, distanza in cui detiene il record nazionale russo in 1:55.08.
Secondo quanto dichiarato nel comunicato stampa le Violazioni delle Regole Antidoping
“sono state affermate sulla base di prove fornite dalla WADA e derivanti dall’esame da parte della WADA di materiali recuperati dall’ex laboratorio antidoping di Mosca, compreso il sistema di gestione delle informazioni del laboratorio”.
Nel 2016 sette nuotatori russi sono stati inizialmente dichiarati non idonei a competere alle Olimpiadi di Rio. Tra questi anche Yulia Efimova e Vlad Morozov.
Dopo aver fatto appello, tutti e sette gli atleti sono stati autorizzati e hanno partecipato ai giochi.
Efimova ha conquistato l’argento in entrambe le gare di rana.
SANZIONE RUSSIA
La Corte di Arbitrato per lo Sport (CAS), ha dimezzato la pena quadriennale inizialmente imposta da WADA. Gli atleti russi possono competere ai Giochi Olimpici e ai campionati Mondiali solo come neutrali.
Sono banditi la bandiera, l’inno e i simboli.
La sanzione impedisce alla squadra russa di partecipare con il nome Russia.
Analogamente a quanto successo alle Olimpiadi invernali di Pyeongchang 2018, gli atleti russi potranno competere ma con un nome diverso. Gli atleti gareggeranno come “Comitato Olimpico Russo” e useranno l’acronimo ROC