L’informatore russo Grigory Rodchenkov ha recentemente affermato che tutti gli atleti russi devono essere esclusi dalle competizioni alle Olimpiadi di Tokyo.
Rodchenkov è stato a capo del laboratorio nazionale russo antidoping. Nel 2015, l’Agenzia Mondiale Antidoping WADA rivelò che quel laboratorio era “al centro dell’insabbiamento dei test antidoping positivi”. Da quel momento, Rodchenkov ha iniziato a denunciare le accuse di corruzione nel sistema. Tra i suoi interventi più clamorosi, vi fu un articolo del New York Times del 2016 ed un documentario di Netflix, Icarus del 2017. Quest’ultimo vinse anche un Academy Award.
Alla BBC Rodchenkov ha dichiarato che nulla è cambiato nel sistema. Anche se il paese è stato espulso per quattro anni da tutti i principali eventi sportivi internazionali, il divieto non impedisce in realtà agli atleti russi di gareggiare. Piuttosto, limita la capacità del Paese di ospitare e partecipare al lato amministrativo dello sport. Costringe gli atleti a gareggiare sotto una bandiera neutrale. Innalza lo standard per la competizione e il sospetto in materia di doping.
“Dovrebbe essere un divieto assoluto senza scuse o ammissioni di atleti”
Ha detto Rodchenkov alla BBC nella sua prima intervista dopo la decisione.
“Lo stesso personale che contrabbandava e scambiava campioni durante i Giochi invernali di Sochi [i Giochi invernali del 2014], falsificava tutta la documentazione. “Si è trattato di una progressione nella falsificazione, giorno per giorno, di questi dati. Una frode incredibile e di proporzioni indicibili. Mostra che il Paese non impara assolutamente nulla”.
Yuri Ganus, che è il nuovo capo dell’Agenzia russa antidoping, è stato pubblicamente un sostenitore della pulizia della sua organizzazione, anche se ha incontrato la resistenza del ministero dello sport del Paese.
La Russia ha annunciato che avrebbe fatto ricorso in appello contro la sentenza WADA che la esclude dalle competizioni per 4 anni. Yuri Ganus si pronunciò contro l’appello. In quella occasione disse che pensava che non ci sarebbe stato “nessun cambiamento nel vincere questo caso in tribunale”.
Nell’aprile di quest’anno, il ministro dello sport russo Oleg Matytsin ha chiesto alle autorità sportive di “voltare pagina” e di cancellare il divieto quadriennale alla luce della pandemia globale di coronavirus.