Lunedì World Aquatics ha ottenuto una vittoria nella sua lunga disputa legale con l’International Swimming League (ISL).
La Corte distrettuale degli Stati Uniti di San Francisco si è pronunciata a favore dell’organo di governo mondiale degli sport acquatici in due cause originariamente aperte nel 2018.
Sono state presentate due cause antitrust, una dalla stessa ISL e l’altra dai nuotatori Tom Shields, Michael Andrew e Katinka Hosszu con il sostegno della lega.
LE ACCUSE DELLA ISL
Le cause sostenevano che le mosse di World Aquatics (allora FINA) di bloccare lo svolgimento della competizione Energy For Swim 2018 e di minacciare le sospensioni degli atleti in caso di partecipazione violavano lo Sherman Antitrust Act del 1980, che vieta alle organizzazioni di adottare comportamenti anticoncorrenziali.
Gli avvocati dei querelanti hanno anche chiesto che si pronunciasse su:
- interferenza illecita nei rapporti contrattuali o nelle relazioni economiche future
- collusione al fine di limitare irragionevolmente la concorrenza
- monopolio.
LA DECISIONE DEL TRIBUNALE
La Corte si è infine pronunciata a favore della FINA (World Aquatics). Ha constatato che l’ISL non richiedeva l’approvazione della FINA o alle sue federazioni affiliate per ospitare una competizione di nuoto “di alto livello”.
Rigettate anche le argomentazioni die querelanti secondo i quali le regole di World Aquatics proibivano ai nuotatori di alto livello di partecipare a qualsiasi evento non autorizzato.
Le regole vietavano infatti solo alle federazioni affiliate (organi di governo nazionali) di affiliarsi a un’entità non approvata (ISL).
Secondo la Corte la ISL nel 2018 non ha mai tentato di organizzare una competizione di nuoto d’élite chiedendo affiliazione con le federazioni.
Quando lo ha fatto nel 2019, ha avuto successo.
World Aquatics ha minacciato di sospendere i nuotatori per aver partecipato all’evento Energy for Swim nel 2018. In quel caso l’evento doveva essere ospitato dall’Italia e la Federazione Italiana Nuoto era affiliata.
La minaccia di sospensione non è mai arrivata in un evento in cui una federazione membro di World Aquatics non era affiliata.
“Non esiste alcuna regola che consenta a World Aquatics di penalizzare un nuotatore che partecipi a una gara non affiliata a una federazione membro. Non c’è alcuna prova che World Aquatics l’abbia mai fatto o abbia mai minacciato di farlo”, si legge nella decisione.
Inoltre, i querelanti hanno scelto di non definire adeguatamente il mercato rilevante in cui si è verificata la restrizione. La mancata definizione del mercato ha finito per essere un fattore cruciale che ha portato World Aquatics a vincere la causa.
LA DICHIARAZIONE DI WORLD AQUATICS
World Aquatics ha rilasciato la seguente dichiarazione sulla decisione:
“World Aquatics è grata al giudice Corley per la sua decisione ponderata e giusta.
Siamo lieti che essa ponga fine a un periodo di incertezza.
E siamo grati per la chiarezza che la decisione della Corte fornisce”
“Questa è una decisione importante e anche una buona decisione. Non solo per World Aquatics, ma per il Movimento Olimpico e non solo”.
SwimSwam ha contattato l’ISL per un commento.