Pochi giorni fa abbiamo scritto delle difficoltà per gli atleti di elevato livello sportivo di seguire un adeguato piano di studi, soprattutto in considerazione del difficile equilibrio che si crea tra il doversi districare tra scuola ed allenamenti (clicca qui per leggere l’articolo).
L’argomento è così importante che è al centro dell’attività del Governo. Dopo l’avvio del progetto che prevede la digitalizzazione delle lezioni scolastiche per gli atleti di rilievo, è stato presentato a Palazzo Chigi un nuovo progetto, che potrebbe finalmente portare gli atleti italiani ad un livello sportivo e di carriera personale nettamente diverso.
Il progetto “Gruppi Sportivi Universitari” è volto a creare la cosiddetta “Dual Career” che consentirà agli atleti di portare a compimento sia una carriera sportiva che un percorso accademico di elevato livello.
Ciò che in America è radicato come vero e proprio stile di vita in Europa ha sempre faticato a decollare.
Il progetto prevede la sinergia e l’impegno congiunto del Ministro dello Sport, del CONI, del Minestro dell’Istruzione, Università e Ricerca, con lo stanziamento di 3 milioni di euro per l’attuazione del Protocollo.
Presenti all’incontro di presentazione del progetto i ministri per lo Sport, Luca Lotti, e dell’Istruzione, Valeria Fedeli, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, il Presidente della Federazione Italiana Nuoto Paralimpico e Giunta Cip, Roberto Valori e il campione olimpico di tiro a segno, Niccolò Campriani.
Ha dichiarato il Presidente del CIP e della Federazione Italiana Nuoto Paralimpico Roberto Valori: “Spesso abbiamo l’occasione di esaltare il valore pedagogico dello sport e l’importanza della sua presenza all’interno dei percorsi-scolastici e formativi. Ma non sempre si hanno riscontri significativi. La dimensione agonistica di alto livello viaggia – frequentemente – su un binario parallelo rispetto al percorso formativo dell’individuo. Come Cip siamo quotidianamente impegnati a portare all’interno delle scuole i nostri valori e le storie dei nostri campioni, da esempio e da stimolo per tanti ragazzi. E’ con questo obiettivo che abbiamo creato il team degli ‘Ambasciatori dello Sport Paralimpico’. Abbiamo chiesto loro di portare nelle scuole, all’interno dei presidi sanitari, delle Unità Spinali le proprie storie, a dimostrazione di come lo sport possa offrire tante opportunità a ciascuno di noi.
La formazione universitaria è spesso un obiettivo impossibile per un atleta che pratica sport a livello agonistico. Anche nel mondo paralimpico è così. La preparazione a grandi competizioni come le Paralimpiadi o i Mondiali di categoria è difficilmente conciliabile con lo studio di livello universitario.
Ora abbiamo l’opportunità di mettere questa iniziativa a sistema. L’insieme di tutti questi soggetti – a partire dal Governo, qui rappresentato dal Ministro per lo Sport e dalla Ministra dell’Istruzione, dell’Università e delle Ricerca – rappresenta, senza dubbio, una buona notizia”
L’obiettivo è quello di garantire a chi pratica sport ad alti livelli agonistici la possibilità non solo di accedere ad una formazione accademica adeguata, ma di avere tutti gli strumenti a disposizione per completare il percorso universitario potendo usufruire di un sostegno economico.
Si va dunque delineando in Italia ed in Europa una vera e propria rivoluzione. Sostenere lo sviluppo e la crescita accademica dell’atleta di elevato livello vuol dire che (finalmente) si guarda allo sport come parte fondamentale del percorso formativo e lavorativo dell’atleta. Finora in Italia gli atleti si sono trovati spesso a dover decidere quale delle due carriere (sportiva o universitaria) privilegiare.
Il progetto ha obiettivi condivisibili e certamente rappresenta ciò che un atleta desidera di più, formarsi a 360°. Alcune domande però sono legittime: le strutture accademiche, gli Atenei Italiani, hanno a loro disposizione adeguati impianti sportivi per sostenere i propri atleti? I finanziamenti saranno finalizzati esclusivamente a borse di studio o sarà prevista la ristrutturazione delle strutture sportive esistenti e/o la creazione di nuove più moderne ed adeguate?
Non ci resta dunque che aspettare che venga attuato il progetto e con esso l’adeguamento culturale di una parte di Europa con il mondo Anglosassone.