La notizia di oggi ha lasciato tutti senza parole.
Manuel Bortuzzo ha riportato la lesione totale del midollo spinale.
Perderà l’uso delle gambe.
E’ un brivido che percorre la schiena di chi, come Manuel, ama profondamente questo sport.
Un sport che l’ha portato ad inseguire un sogno in una città lontana da casa.
Una città che soltanto pochi mesi dopo il suo arrivo, si è dimostrata crudele come soltanto il destino può essere.
Manuel era nel momento sbagliato al posto sbagliato. Ha incrociato la traiettoria di un proiettile sparato da chi non ha rispetto per la vita umana.
Chi trascorre i giorni, i mesi, gli anni in una corsia vive la vita rispettando se stesso, gli avversari, i compagni di squadra, l’allenatore.
Rispetto. Amore per la vita, per la fatica, per la sofferenza ed i sacrifici che prima o poi verranno ripagati.
Si insegue un sogno a cinque cerchi. La manifestazione sportiva più importante della storia dell’umanità, dove la vita umana, la diversità ed ancora il rispetto, sono i cardini che la sorreggono.
I sogni di Manuel sono luminosi come i sogni di tanti ragazzi. Sogni luminosi, fatti di tribune affollate, di colori di bandiere, di inni nazionali e di lacrime di felicità.
Poi lo sparo.
Il buio.
La fredda e cinica diagnosi.
Manuel non camminerà più.
Ed i sogni? Le bandiere, le lacrime di gioia, i compagni di squadra?
Non deve finire tutto così.
La rabbia, lo sgomento devono lasciare il campo alla speranza, alla lotta, alla perseveranza.
Le parole del Presidente Barelli
Paolo Barelli, Presidente della Federazione Italiana Nuoto, questo pomeriggio ha rilasciato alcune dichiarazioni. E’ l’espressione della vicinanza della Federazione, ma soprattutto un monito a non lasciarsi prendere dallo sconforto.
“Speriamo in un miracolo.
Chiediamo il massimo rispetto per la privacy e confidiamo nell’operato delle forze dell’ordine e della magistratura affinché consegnino alla giustizia i responsabili del vile agguato avvenuto nella notte tra sabato e domenica”.
“Bisogna continuare ad essere fiduciosi e a lottare.
Sento doveroso ringraziare anche a nome di papà Franco, di mamma Rossella e dei fratelli Michelle, Jennifer e Kevin l’ospedale San Camillo, le forze dell’ordine e tutti coloro che stanno inviando messaggi di affetto e solidarietà.
Continueremo ad offrire la migliore assistenza possibile al giovane Manuel e alla sua famiglia.
Auspichiamo che questo dramma possa diventare un monito per un futuro diverso.
Una serata tra amici non può trasformarsi in tragedia”.