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Lettera Di Un Allenatore Ad Un Genitore

lettera di un allenatore ad un genitore

 

Di Valentina Lucconi.

 

Caro Genitore,

Ti scrivo senza pretese, forse solo con la voglia di farmi conoscere a te.

Premetto: io non sono un genitore

Non posso capire certe dinamiche che si creano con tuo figlio, ma sono stata una figlia-atleta e so che tipo di binomio difficile è questo da gestire.

Sai, mio padre e mia madre sono nati fuori da questo mondo e mi hanno sempre insegnato quanto sia importante il rispetto dei ruoli.

Ti scrivo perché non posso né voglio sostituirmi a te. 

Sarebbe una lotta impari e non combatto mai se non ho una possibilità di vincere.  Io non conosco a fondo il tuo ruolo e  tu non conosci a fondo il mio.

Il mio compito non si ferma dietro ad un ”al posto, via!”

Devo capire quando avete discusso, comprendere i periodi di stress scolastico, anticipare un infortunio, il tutto spesso condito dal ” dovevi accorgerti che qualcosa non andava”.

Caro genitore sono un uomo o una donna del bordo vasca. Spesso chiusa nei miei pensieri, tra una scheda di allenamento, delle andature che non vengono più così facili e tanti essere umani diversi tra loro sotto le mie mani.

Sono circondata da figli che non sono miei, ma che sto provando a crescere come hanno cresciuto me alla loro età.

Non sono solita fare promesse di risultati, non è etico e sono scaramantica quanto basta per poterti solo promettere che  ci proverò. Mi sento la responsabilità di dare il triplo di quello che ricevo, solo per la passione che guida questa mia mezza vita passata a respirare acqua e cloro.

La vita vicino ad un agonista non è facile, e non lo sarà né per me, né per te.

Però siamo sinceri:

non sempre mi rendi vita facile. 

Non sono genitore e chissà come sarò. So che sbaglierò perché è umano. Sono certa che spesso anche tu  vuoi solo agire lo per il bene per tuo figlio. A volte ti assicuro, che gli procuri solo l’effetto contrario.

Uno sguardo negativo, una battuta di troppo, un commento fuori luogo dopo una gara non andata bene. Tu non gli dai peso. Quei pochi gesti hanno però già innescato le ansie e paure di una figlia che vorrebbe solo essere l’orgoglio della propria famiglia.

Ci osserviamo io e te tra tribuna e piano vasca con un misto di domande, sorrisi e caffè presi al bar.

Allenatori e genitori che si scrutano a suon di battute e prese in giro solo per quel denominatore comune che per te si chiama figlio e per me si chiama atleta.

Scrivo a te, che sei diverso dal tuo vicino di tribuna e che hai una visione dello sport diversa forse anche dalla mia.

Siete tutti diversi genitori miei.

Non ne ho ancora trovato uno uguale all’altro ed mi trovo prima a dover allenare voi e poi i vostri figli.

Come ti dicevo, mi sento una responsabilità addosso. Eppure non mi tiro indietro.

Sono tante le cose a cui devo pensare.

Devo creare una mentalità vincente. Dare peso al sacrificio e far capire a tuo figlio che le rinunce di oggi sono i successi di domani.

Poi ci sei tu. Devi capire  l’importanza dell’alimentazione, della nutrizione, della prevenzione prima di curare spalle rotte, otiti, raffreddori e mal di vivere.

In sintesi devo essere al tempo stesso un allenatore, uno psicologo, un discreto fisioterapista con master in integrazione, biomeccanica e cultura generale. E non basta mai perché al primo intoppo scolastico tu che gli dici?

‘’niente allenamento oggi’’

Io non mi tiro indietro, ma tu devi fare lo stesso anche tu.

Non negargli l’unica cosa che ora lo rende indipendente. Non allontanarlo dal suo posto nel mondo.

Ti chiedo di fidarti di me. Almeno donami il beneficio del dubbio perché guardalo com’è adesso.  Sono passati mesi o forse anni e non puoi negare quanto sia cresciuto.

Parla, si ribella, prende posizione e crede in se stesso. Sempre a testa alta e profilo basso. Educato, sfrontato quando serve e sorridente.

Sta prendendo coscienza che quell’acqua fa parte della sua di realtà.

Ed ognuno  ha il dovere di scrivere la propria vita, perciò lasciaci provare.

Da parte mia sto cercando di fare il mio meglio, e se a volte non basterà falliremo. Ma solo chi cade ha l’opportunità di rialzarsi più forte di prima.

Ora, quello che ti chiedo è di essere lo spettatore in prima fila del lavoro che abbiamo costruito intorno a quel protagonista che svegli ogni mattina prima di portarlo a scuola.

Noi ce la metteremo tutta e se sbaglieremo qualcosa, da li impareremo ad andare sempre più in alto.

Ora devo salutarti però, l’allenamento chiama ed io devo andare a risolvere i problemi.

 

VALENTINA LUCCONI

Ex atleta professionista di nuoto dal 2006 al 2011, appassionata di economia, di sport e di tendenze, trova importante la comunicazione e lo scambio di opinione per la crescita personale ed aziendale. Allenatrice di nuoto squadra agonistica Vela Nuoto Ancona e membro del Gruppo Amici per lo Sport di Falconara (associazione che si occupa in forma volontaria di organizzare eventi sociali e sportivi sul territorio marchigiano). Ama viaggiare, il buon cibo e lo sport.

Citazione preferita: ‘’Fosse stato semplice, lo avrebbe fatto qualcun altro‘’.

Nella carriera agonistica ha collezionato 27 Medaglie ai campionati Italiani (di cui un Oro ed un Bronzo a livello assoluto), 5 medaglie ad eventi internazionali e 3 record italianicategoria Juniores.

Come atleta Master ha conquistato 4 record italiani in vasca corta (50-100-200 dorso e 200 misti). I record italiani in vasca lunga sono due: 100 e 200 dorso. Campionessa italiana 2017 nei 100 e 200 dorso.

Campionessa Mondiale a Budapest nel 2017 nei 100 e 200 metri dorso, con Record dei Campionati.

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About Braden Keith

Braden Keith

Braden Keith is the Editor-in-Chief and a co-founder/co-owner of SwimSwam.com. He first got his feet wet by building The Swimmers' Circle beginning in January 2010, and now comes to SwimSwam to use that experience and help build a new leader in the sport of swimming. Aside from his life on the InterWet, …

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