Lia Thomas ha rotto il suo silenzio.
Per la prima volta dopo la vittoria di un titolo nazionale, la Thomas ha parlato pubblicamente con Juju Chang di ABC News sulle polemiche relative alle sue prestazioni ai campionati NCAA femminili di marzo e sul suo futuro nel mondo del nuoto.
L’ultima volta che la Thomas, una donna trans, ha parlato a lungo con Coleman Hodges di SwimSwam è stato nel dicembre 2021, aprendosi sulla sua transizione a donna iniziata nel 2019.
Da allora, la studentessa-atleta dell’Università della Pennsylvania ha vinto un paio di titoli della Ivy League (nei 200 e 500 yard stile libero femminili), prima di vincere il titolo NCAA nei 500 nel marzo 2022.
Anche se l’eleggibilità NCAA di Thomas è scaduta, lei dice di non aver smesso di gareggiare.
Le Dichiarazioni di Lia Thomas
La nuotatrice ha dichiarato: “Per molto tempo il mio obiettivo è stato quello di partecipare ai Trials olimpici e mi piacerebbe molto raggiungere questo traguardo” .
Lia Thomas ha anche affrontato le polemiche che hanno circondato le sue competizioni durante la stagione collegiale 2021-22 e che sono sfociate nei Campionati NCAA, dove i contestatori hanno manifestato il loro disappunto per la sua capacità di competere come donna.
“Sapevo che ci sarebbero state critiche nei miei confronti se avessi gareggiato come donna. Ero preparata a questo, ma non ho nemmeno bisogno del permesso di nessuno per essere me stessa e per praticare lo sport che amo”, ha detto.
Inoltre la Thomas, che si sta preparando a iniziare la scuola di legge in autunno, ha attribuito le sue prestazioni in piscina a un senso di sollievo per essere finalmente fedele a se stessa e aver affrontato il processo di transizione.
“Ci sono molti fattori che incidono sulla gara e sul risultato”, ha detto Lia Thomas quando le è stato chiesto quale fosse la sua posizione in classifica come donna rispetto a quando gareggiava nella categoria maschile.
“Il cambiamento più grande per me è che sono felice”.
Al secondo anno, quando ho ottenuto i miei migliori tempi gareggiando con gli uomini, ero infelice. E quindi il fatto di essermi tolta questo peso è un sollievo e mi permette di dare il massimo sia negli allenamenti che nelle gare”.
“Le persone trans non fanno la transizione per lo sport, ma per essere felici e autentiche e per essere se stesse. La transizione per ottenere un vantaggio non è mai un fattore che influisce sulle nostre decisioni”, ha detto la nuotatrice statunitense.
Lia Thomas si è anche rivolta al gruppo di nuotatori della Penn; atleti che hanno firmato una lettera in forma anonima in cui si chiedeva alla Penn e alla Ivy League di rispettare le linee guida aggiornate di USA Swimming sui transgender e che avrebbero impedito a Thomas di gareggiare nella post season NCAA.
I nuotatori hanno inoltre dichiarato di sostenere pienamente la Thomas nella sua transizione.
“Non si può andare a metà strada e dire: ‘Sostengo le donne trans e le persone trans, ma solo fino a un certo punto”
Ha detto Thomas:
”Se invece sostieni le donne trans in quanto donne e se hanno soddisfatto tutti i requisiti NCAA, allora non so se puoi dire una cosa del genere. Le donne trans non sono una minaccia per lo sport femminile”.
Rispetto a coloro che sostengono che l’effetto duraturo del testosterone e della pubertà maschile non potrà mai essere invertito, Lia Thomas ha così risposto: “Non sono un’esperta di medicina, ma c’è molta differenza tra le atlete cisgender. Ci sono donne che sono molto alte e hanno più testosterone di altre. Questo dovrebbe squalificarle?”.
I Requisiti stabiliti da USA Swimming
Dopo i Campionati NCAA la Thomas non ha più gareggiato e, in base alla politica transgender di USA Swimming pubblicata all’inizio di febbraio, dovrebbe soddisfare i seguenti requisiti se volesse gareggiare in una competizione di USA Swimming (che include anche i Trials Olimpici del 2024):
- Provare che il precedente sviluppo fisico dell’atleta in quanto maschio, attenuato da qualsiasi intervento medico, non conferisce all’atleta un vantaggio competitivo rispetto alle concorrenti di sesso femminile cisgender;
- Provare che la concentrazione di testosterone nel siero dell’atleta è stata inferiore a 5 nmol/L (misurata mediante cromatografia liquida accoppiata a spettrometria di massa) in modo continuativo per un periodo di almeno trentasei (36) mesi prima della data della domanda