La FINA ha rilasciato il documento completo sulla sentenza con le motivazioni del panel antidoping che ha presieduto il caso di Roland Schoeman.
Leggi qui il documento integrale.
I FATTI
- Il 18 maggio 2019, durante un test antidoping fuori competizione. Schoeman dichiarò di aver usato nove integratori nei sette giorni precedenti.
- Il 10 luglio, è stato informato che il suo campione di urina è risultato positivo per il GW 501516. E’ un ormone e modulatore metabolico considerato a rischio perché può causare il cancro. Schoeman ha richiesto il test del campione B e ha accettato una sospensione provvisoria autoimposta a partire dal 18 luglio 2019.
- la FINA, il 19 agosto, ha confermato che anche nel campione B è stata rilevata la presenza della sostanza. Lo stesso giorno ha accusato Schoeman della violazione.
- Il panel antidoping ha assunto la giurisdizione del caso. Il 22 settembre Schoeman ha richiesto un’audizione e tempo supplementare per poter completare la sua indagine sulla positività.
- L’udienza è stata rinviata al gennaio 2020. Schoeman stava studiando “23 prodotti diversi e altre possibili cause del test positivo”.
- Il 24 gennaio, Schoeman ha sostenuto che, nonostante la sua “diligenza nel testare tutti i prodotti che riteneva potessero ragionevolmente essere la causa del suo test positivo”, e spendendo circa $ 16.500 per farlo, non è riuscito a determinare la fonte del test positivo. Ma ha concluso che per una serie di ragioni, la contaminazione era la ragione più probabile.
LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA
La sentenza di un anno di squalifica, che si esaurirà tra circa un mese, è di fatto il minimo della pena tra i possibili scenari. I motivi che hanno portato il panel a prendere questa decisione sono i seguenti:
- Il fatto che “GW1516 non è legalmente consentito in nessun farmaco, integratore o alimento. Ma l’organizzazioni antidoping ha avvertito che gli integratori alimentari potrebbero esserne contaminati”
- I test del nuotatore a marzo e giugno erano negativi, il che è incompatibile con “l’uso regolare e intenzionale della sostanza, ma coerente con la possibile contaminazione”.
- Schoeman ha anche notato che c’è stato un “ritardo sostanziale” tra il test e la notifica della positività. Questo “potrebbe aver contribuito alla sua incapacità di identificare la fonte del suo test positivo”. Per esempio, osserva la decisione, non è stato in grado per testare i lotti esatti che ha ingerito all’epoca del test.
“Purtroppo, l’avviso all’Atleta del suo test positivo è stato ritardato per cause non attribuibili all’atleta per quasi due mesi dopo la raccolta del campione e fino al 10 luglio 2019”, si legge nella decisione. “Né FINA né il laboratorio accreditato WADA hanno fornito alcuna spiegazione per questo ritardo.”
Di solito, la prima sospensione antidoping di un atleta sarebbe di due anni, a meno che non sia in grado di individuare la fonte di contaminazione, cosa che Schoeman non è stato in grado di fare.
Il panel antidoping ha però riconosciuto la discrepanza e ha accettato i risultati dell’indagine costosa.
Nonostante la squalifica, il rinvio olimpico apre le porte a Schoeman per qualificarsi per la sua quinta edizione, dopo la sua riabilitazione che avverrà il 18 maggio.
Avrebbe perso trials sudafricani, che erano originariamente previsti per il 4-9 aprile. Ma sono stati sospesi a causa della pandemia e riprogrammati in vista della prossima stagione.
L’ATLETA
Roland Schoeman è stato membro della squadra olimpica sudafricana per quattro Olimpiadi consecutive dal 2000 al 2012. Nel 2004, con la staffetta 4x100m stile libero maschile, siglò il Record del Mondo in 3:13. 17. Individualmente, Schoeman è stato il Campione del Mondo del 2005 nei 50 stile libero. È il detentore del record sudafricano nei 50 metri stile libero sia in vasca lunga che corta.