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Non Conosci I Tuoi Limiti, Finché Non Li Superi. Una Storia Di Nuoto

“Pensi di avere un limite, così provi a toccare questo limite. Accade qualcosa. E immediatamente riesci a correre un po’ più forte, grazie al potere della tua mente, alla tua determinazione, al tuo istinto e grazie all’esperienza. Puoi volare molto in alto.”
AYRTON SENNA

 

Dopo tre anni i nuotatori di tutto il mondo convergeranno in Europa per sfidarsi ai Campionati del Mondo.

Dall’ultima edizione, che si svolse a Gwangju nel 2019, tante cose sono cambiate sia nel nuoto che nel mondo. In tre anni sono stati battuti record, disputata un’Olimpiade, eppure, ci sono storie emerse a Gwangju che ancora riecheggiano nel cuore e nella mente di chi ama questo sport.

Tra queste, c’è Regan Smith

Una ragazza di 17 anni che è andata oltre tutto ciò che gli altri si aspettavo da lei. Oltre a ciò che lei si aspettava da se stessa.

Nelle batterie preliminari dei 200 metri dorso, nuota il suo personale, 2:06,43.

Come atleta più veloce delle batterie, parte nella sua semifinale dalla corsia n. 4.

Quella sera a Gwangju, Corea del Sud, la sua calma, la tecnica controllata l’ha fatta girare sotto il record del mondo.

La scorrevolezza della sua nuotata ingannava su quanto velocemente stesse andando.

Ci sono volute tre vasche, 150 metri, affinché gli spettatori sulle tribune ed i commentatori realizzassero cosa stava per accadere.

Smith ha girato 0,32 sotto il record del mondo e non stava rallentando.

Anzi, accelera nell’ultima vasca, ha la lunghezza del suo corpo come vantaggio sulle altre concorrenti, tra le quali la due volte campionessa del mondo nei 100m dorso, Kylie Masse.

La linea di record del mondo continua a perdere terreno, mentre scivola sotto le bandierine.

GETTA IL BRACCIO INDIETRO, COLPISCE IL MURO. UN BOATO.

Regan Smith ha nuotato un record mondiale sconvolgente, 2:03,35.

Oltre sette decimi di secondo più veloce del record impostato sette anni prima da Missy Franklin.

Ma per un momento, Regan Smith ancora non lo sa.

Guardando il tabellone, che si trova sul lato opposto della piscina, la Smith rimane a bocca aperta.

Stordita.

“Oh mio Dio”, dice.

Si guarda intorno incredula.

Ancora non è sicura di credere a quello che vede.

Non ho mai pensato che sarei stata in grado di fare qualcosa del genere”, ha detto, ancora gocciolante, nella sua intervista post-gara.

Il tempo è folle. Il personale nuotato la mattina è stato abbassato di tre secondi.

Ma ricordate, questa era solo la semifinale.

La notte successiva, per la finale, è andata ancora più veloce.

Ai 100 metri, gira a 59,40. Quasi un secondo più veloce della sera prima.

Gira 8 decimi sotto il suo stesso record.

Dopo aver imparato la lezione la sera prima, dalle tribune si scatena subito il tifo.

Tocca un po’ sopra il suo WR, ma la prestazione è impressionante. Forse ancora di più del Record del Mondo in sé.

Il passaggio ai 100 metri l’avrebbe portata a gareggiare la finale della gara individuale.

Fino al giorno prima, dubito che ci fosse una nuotatrice sul pianeta che abbia preso in considerazione di girare il passaggio dei 200 metri dorso sotto il minuto.

Non era un pensiero.

Non era un obiettivo.

Semplicemente non era.

D’un tratto, ora è.

E perché qualcuno ha fatto una volta, qualcun altro si renderà conto che forse si può fare davvero.

I LIMITI SONO TALI FINO A QUANDO NON SI SCEGLIE DI RIDEFINIRLI.

Questi momenti nello sport servono a ricordare a tutti che i limiti esistono per essere abbattuti.

Quello che pensiamo sia impossibile è solo un muro costruito dalla nostra mente.

Per un lungo periodo era considerato impossibile nuotare i 1500 metri stile libero sotto i 15 minuti.

Fino a quando qualcuno lo ha fatto. E poi qualcun altro. E poi tutta una serie di altri “qualcun altro”.

Noi non conosciamo veramente il limite.

Raramente sappiamo cosa siamo completamente in grado di fare.

E noi, purtroppo, raramente ci allontaniamo dalla paura di fallire.

Questo significa che siamo destinati a rimanere rinchiusi in un limite mentre pochi nuotatori al mondo lo distruggeranno?

Non per forza.

Nel nostro piccolo ci sono momenti in cui possiamo adottare la stessa mentalità vincente dei campioni.

Provare una corsia più veloce nell’allenamento, finire un set che non si è mai riusciti di finire prima, mangiare bene per più di un giorno a settimana.

Non puoi sapere di cosa sei capace fino a quando non ridefinisci i tuoi limiti.

Ci vediamo in piscina.

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About Braden Keith

Braden Keith

Braden Keith is the Editor-in-Chief and a co-founder/co-owner of SwimSwam.com. He first got his feet wet by building The Swimmers' Circle beginning in January 2010, and now comes to SwimSwam to use that experience and help build a new leader in the sport of swimming. Aside from his life on the InterWet, …

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