Non sono mai stata una nuotatrice.
Non ho esperienze di Campionati Assoluti o Regionali. La mia adolescenza viaggiava tra i testi di latino, i libri di Hesse e le note dei Nirvana e U2.
L’unico sport che faceva parte di me sin da quando ero bambina era il calcio, in ogni sua sfumatura. Dai campi costruiti con il gesso e le pietre a formare le porte, fino alle partite guardate dalle gradinate fredde dello Stadio.
Non ricordo chi segnò il goal della vittoria, nè tantomeno il minuto in cui ciò avvenne. Ricordo però il volto di mio padre, che raramente concedeva sorrisi, illuminarsi come poche volte avevo visto. Le bandiere ed i caroselli in giro per la città. Ricordo i fuochi d’artificio e le persone che si abbracciavano.
Amavo un gioco mai giocato in prima persona, eppure mi sentivo parte di qualcosa.
Quando ho iniziato a nuotare e a gareggiare ho costruito in prima persona quelli che con il senno di poi, sono diventati gli attimi che racconterò a mio figlio, ai miei nipoti.
Di tutte le gare disputate ricordo i tempi solo di qualcuna. Pensandoci, ricordo i tempi solo di quelle in cui fuori dalla piscina c’era un abbraccio ad aspettarmi.
Anche quando credevo di aver fallito, di aver buttato all’aria mesi di allenamento, c’è stato quel “Sono fiera di te” che ha fatto riprendere il battito al cuore.
La cosa più importante, più importante di ogni altra cosa, sono i ricordi che crei.
Hai vinto trofei e medaglie. Molti di loro, non hai idea di dove siano. Sono svaniti nei cassetti o in qualche scatola dei biscotti.
Il fatto è che i trofei non durano. Sono cose che hanno un significato in una determinata circostanza, ma vanno via lentamente.
Tuttavia, sai cosa dura per sempre?
I ricordi.
I momenti di dolore.
Quelli di gioia assoluta e pura estasi. Gli attimi in cui muori nella gara più importante della tua vita. I momenti in cui nuoti come se non ci fosse un domani e batti il tuo avversario storico.
Si dà un significato alle medaglie perché sono sempre lì, puoi sempre vederle e puoi sempre sentirle. Forniscono un valore reale, significativo, un lungo termine per la mente e l’anima. Ti riportano ad un momento di dolore o di felicità, che anche a distanza di anni ti influenza e ti emoziona.
Scrivo sul finire della mia terza stagione da atleta Master.
Di questa più che delle altre ho qualche difficoltà a ricordare gare, tempi, personal best.
Ciò che affiora alla mia mente sono solo i ricordi che ha creato. Le fotografie degli attimi di vita che rimarranno con me per sempre. Anche se perderò le medaglie nei cassetti, anche se dovessi cancellare ogni fotografia scattata.
Gli abbracci, i sorrisi, le lacrime. Quelle dita che toccano la parete gialla della piastra e gli occhi al tabellone. La vista sfocata dei numeri rossi.
Quindi ragazzi, nel godervi gli anni più belli della vostra vita, spero che questo sport
crei i vostri ricordi.
Ricordi che vivranno oltre le vostre medaglie. Sollevatevi l’un l’altro, ispiratevi, sostenetevi a vicenda. Divertitevi.
Agguantate il tempo che vi farà raggiungere la gloria e fermate nella mente quell’attimo di pura estasi. Combattete le sfide, abbracciatele senza paura.
Sperimentate il fallimento e la realizzazione di un obiettivo.
La vita di un atleta è breve, ma i ricordi che crea una vita di sport sono eterni.