OLIMPIADI DI TOKYO 2020
- 24 Luglio – 09 Agosto 2020
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Le Olimpiadi di Tokyo 2020 si avvicinano sempre di più.
Il timore di una pandemia da coronavirus sta costringendo il Giappone a confrontarsi con la possibilità di esporre i visitatori a contagi e comunque, al panico generale che il virus sta scatenando.
I dati forniti dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc) cinese portano il conteggio totale delle morti a 259. I contagiati accertati sono 11.791 (aggiornamento 01 Febbraio 2020)
Ad oggi il Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici del 2020 non ha rilasciato dettagli specifici sulle misure che potrebbero essere applicate durante i Giochi.
La malattia ha già colpito gli eventi olimpici in Cina, con la cancellazione degli incontri di pugilato fissati per la città di Wuhan, e lo spostamento di altri eventi di qualificazione.
Il Giappone ha accertato un solo caso di contagio.
Rimane comunque la preoccupazione, visti i milioni di visitatori previsti per i Giochi estivi.
“Dobbiamo stare molto attenti a che tipo di malattie infettive appariranno alle Olimpiadi di Tokyo”. Questa la dichiarazione di Kazuhiro Tateda, presidente dell’Associazione giapponese per le malattie infettive.
“In questi eventi aumentano i rischi che le malattie infettive e i batteri resistenti possano essere trasportati”.
LE VACCINAZIONI
Gli organizzatori dei Giochi estivi hanno detto che stavano lavorando con le autorità.
Fino a poco tempo fa, le autorità sanitarie giapponesi erano più preoccupate di rafforzare le vaccinazioni di routine prima dell’arrivo di visitatori stranieri quest’estate.
In Giappone, negli ultimi decenni, è mancata una politica di vaccinazione della popolazione.
Negli anni ’70 ed ’80 non vi era l’obbligo di vaccinazione contro le più comuni malattie esantematiche.
In vista delle Olimpiadi, il Ministero della Salute, ha effettuato una campagna di vaccinazioni a tappeto contro la rosolia e gli orecchioni.
Per quanto riguarda il coronavirus, i pericoli del panico pubblico e le ricadute economiche che ne derivano possono essere maggiori della malattia stessa.
Secondo Ikuo Tsunoda, professore di microbiologia all’Università di Kindai, il coronavirus è come il morbo della mucca pazza. Nei primi anni 2000 il panico spinse il Giappone a vietare le importazioni di carne bovina dagli Stati Uniti e da altri paesi nonostante le scarse prove di trasmissione umana.
Dichiara Tsunoda:
Questo coronavirus, naturalmente, è in qualche modo mortale, ma le informazioni incerte o imprecise si diffondono così rapidamente”
“Piuttosto che il virus in sé, le voci fanno entrare nel panico il pubblico, e questo causa un gran casino”.