Che cosa sogna l’acqua che dorme?
Rubando questo poetico dilemma a Sylvain Tesson ci siamo chiesti quali sono i sogni, ricorrenti o meno di chi vive d’acqua, nell’acqua. I racconti e le storie di nuotatrici e nuotatori ci faranno entrare, in punta di piedi e rigoroso silenzio, in un posto tanto intimo e vulnerabile come l’angolo di un cuscino.
Sono seduta sulle gradinate a scambiare qualche parola con i miei compagni di squadra, un po’ per reale interesse e un po per stemperare la tensione. Ho concluso il mio riscaldamento, la solita routine ormai da 10 anni. Guardo dentro la borsa mentre alcune goccioline d’acqua mi scendono dalla punta del naso e bagnano le mie cose buttate un po’ a casaccio. Integratori, cuffie, occhialini di scorta, asciugamani, qualche barretta e ovviamente, i miei calzini fortunati. Quelli che non mi fanno andare più forte ma preferisco avere addosso piuttosto che andar piano. Avete presente no? E’ tutto in regola. Sento anche quel pizzicori nel petto che si presenta solo prima delle gare con la G. Ed è proprio una di quelle.
Poi sollevo lo sguardo dalle mie distrazioni e lo poso sulla vasca.
Stanno facendo il loro ingresso sul piano vasca le atlete che gareggiano nella batteria precedente alla mia. Sono loro. Lo so perchè le conosco per nome, perché sono scrupolosa e ho controllato il programma. E se ora tocca a loro significa che tra meno di 5 minuti tocca a me. O almeno così dovrebbe essere perché io sono sulle gradinate con addosso il costume da allenamento e niente più.
Il dilemma che mi si pone davanti è molto semplice. corro in camera di chiamata e scendo in acqua così o provo a mettere il costume da gara rischiando quasi sicuramente di non fare in tempo?
Costume da gara. Se devo provarci, che sia fino in fondo. Quindi corro verso la mia batteria con il costume in mano per dimostrare che Ei, ci sono, ho solamente sbagliato tutto, ma ci sono!
Corro. Detesto tutto e tutti. Me stessa per prima. Maledico la mia puntualità che mi ha tradito nell’unico momento importante.
E poi? Dipende, a volte ce la faccio, altre no. Altre ancora mi sveglio prima di scoprire come andrà a finire.
Appuntamento alla prossima settimana con la seconda notte nei sogni dell’acqua che dorme, per scoprire chi ha deciso di raccontarsi.