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Primo Costume Da Competizione: I Consigli Per Sceglierlo Senza Stress

Braden Keith
by Braden Keith 0

September 06th, 2018 Italia

Nell’attrezzatura “essenziale” sicuramente non rientra il costume da competizione.

Come ogni inizio di stagione, però, il dramma è dietro l’angolo.

Tra la retta della piscina da pagare, le spese scolastiche che incombono, sicuramente la spesa per il cosiddetto “costumone” è l’ultimo dei problemi che un genitore vuole affrontare.

Eppure, prima o poi, vi ritroverete a dover risolvere il dilemma: comprarlo? Se si, quale?

Vediamo insieme quali sono i passi da compiere nell’acquisto.

La scelta del primo Costume da Gara.

Innanzitutto ripassiamo velocemente ciò che prevede il Regolamento Federale

In tutte le gare e manifestazioni disputate sotto l’egida della FIN è consentito indossare esclusivamente i costumi omologati dalla FINA, in base ai criteri e alle date di fruibilità da essa fissati. Nelle categorie ragazzi, juniores, cadetti e seniores e nelle gare per Assoluti i costumi debbono rispettare le condizioni di fattura (materiali tessili) e i limiti di vestibilità (attualmente diversi per uomini e donne) secondo le normative dettate dalla FINA e senza distinzioni tra le categorie: è dunque ammesso l’uso del “Jammer” anche in categoria ragazzi. Per quanto riguarda le categorie Esordienti A e B sono invece confermate le norme già in vigore dal 2008 sul territorio nazionale, che impongono l’uso esclusivo di costumi tessili e modelli tipo slip per i maschi e tipo olimpionico per le donne.

Le regole impongono quindi un limite di età per il primo utilizzo del costume da gara.

Per molti ragazzi diventa un vero e proprio premio, un obiettivo al quale ambire a forza di allenamenti e tempi strappati in gara.

I genitori alle prese con questo acquisto invece sono assaliti da dubbi ed incertezze.

Per chi è un pò più grande e può fare “da solo” la vastità delle proposte è tale che soltanto armandosi di santa pazienza ci si riesce a districare tra i vari modelli.

Chi è alle prime armi vive invece giorni di incertezze. Queste riguardano il modello, la taglia, l’entità della spesa, la cura da riservare a questo indumento.

Qualche suggerimento può aiutare a per rendere questo momento un passo piacevole verso quella che sarà la vita agonistica del giovane nuotatore.

1. Il Costumone non farà diventare vostro figlio Phelps.

Meglio chiarire subito. Potete acquistare anche il costume da competizione indossato da Michael Phelps alle Olimpiadi di Rio De Janeiro.  Vostro figlio non nuoterà come Phelps!

La mia non è una battuta sarcastica. Nell’ultimo periodo spesso ho sentito la domanda “Quale costumone lo/la farà andare più veloce?”

La risposta è: nessuno!

La verità è che i cosiddetti “costumoni” in poco meno di dieci anni, hanno letteralmente rivoluzionato la storia del nuoto.

L’evoluzione del costume da competizione è stata di tal portata che ha completamente cambiato l’approccio stesso al nuoto. Abbiamo visto l’introduzione di tecnologie e di materiali per aumentare il galleggiamento e l’idrodinamicità. Addirittura vi è stata la creazione dei body suit a basso attrito privi di cuciture e uniti con un processo ad ultrasuoni.

Prima dell’avvento della nuova regolamentazione FINA, da più parti si parlava di vero e proprio “doping tecnologico”.

Record Mondiali battuti, alcuni dei quali ancora rimangono fissati.

Nel 2010 si chiude l’epoca del “gommato” e la FINA abolisce tutti i costumi realizzati con fibre diverse dal tessuto.

2. Ogni fisico ha un suo modello più adatto

Non acquistare il costume da competizione solo perchè ce l’ha il/la compagno/a di squadra di vostro figlio/a.

Ciò che sembra perfetto per una persona non necessariamente lo sarà per un’altra.

Un’atleta con corporatura muscolosa e massiccia sarà più predisposto ad indossare un costume da gara con una forte compressione.

Se invece vostro figlio/a ha un fisico filiforme, è consigliabile un costume da gara più elastico. In commercio ce ne sono tanti che garantiscono agilità nei movimenti e l’esaltazione delle caratteristiche tecniche di questa tipologia di atleti. In caso contrario il costume potrebbe essere una zavorra e penalizzare l’atleta.

Anche la scelta do un modello “open” o “Close” (per le ragazze) è molto personale. Spesso sento dire: “Mia figlia è dorsista, quindi ci vuole chiuso”. Non tutte le dorsiste amano il modello closed back. Non ci sono parametri assoluti ai quali fare riferimento. La maggior parte degli atleti trascorre i primi anni a provare modelli e brand diversi, prima di trovare quello perfetto per le specifiche caratteristiche personali.

3. Attenzione a ciò che acquistate.

Il costo di un costume da competizione può pesare sul budget familiare.

Se poi dovete acquistarne uno femminile, la spesa può davvero essere rilevante.

Detto questo, assicuratevi che l’acquisto sia fatto presso rivenditori seri e che il prodotto sia esattamente ciò che cercate.

Se siete abituati agli acquisti on line, verificate sempre bene la taglia ordinata e che sia specificato “FINA Approved”

Le insidie nel mondo del web sono sempre in agguato. Meglio spendere qualche euro in più ed essere certi dell’autenticità di ciò che arriverà a casa!

4. Non vale la regola “Lo compro più grande, tanto poi cresce”

Quante volte abbiamo comprato qualcosa ai nostri figli un pochino più grande rispetto alla taglia effettiva con la giustificazione “tanto poi cresce”?

Cari genitori, acquistare un costume da competizione anche solo di mezza taglia più grande rispetto a quello che servirebbe, lo rende assolutamente inutile!

E’ vero che il corpo dei vostri figli adolescenti è in continua mutazione, ma purtroppo il costume da gara deve essere una seconda pelle.

Aiutate vostro figlio a misurarsi bene. Armatevi di metro da sarta ed appuntate tutte le misure, precise al centimetro. Ogni casa produttrice ha tabelle delle taglie molto precise. Solo così sarete sicuri che il costume calzerà a pennello.

5. Restare calmi alla prima prova

Negli ultimi tempi ho aiutato alcune ragazze ad indossare per la prima volta il “costumone”.

L’esperienza può essere alquanto traumatica per chi si accinge per la prima volta a far entrare quel pezzo di tessuto attraverso tutto il corpo.

Occorre una certa pratica, ma più di ogni altra cosa calma e sangue freddo.

Il tessuto va pizzicato dall’esterno centimetro dopo centimetro. Fate attenzione alle unghie che potrebbero danneggiarlo. Evitate di tirarlo mettendo le mani all’interno. Tutti i costumi da competizione femminile hanno parti più delicate rispetto ad altre, soprattutto nella parte del busto. Se avete acquistato quello della taglia giusta non perdetevi d’animo. Prima o poi salirà!

6. Cura nel “dopo utilizzo”

Avete trascorso una ventina di minuti a sudare nello spogliatoio per metterlo. Pensate sia finita? Vi sbagliate!

Bisogna avere la stessa cautela nel toglierlo dopo la gara.

Stapparlo dal corpo pur di liberarsene non è una buona soluzione. I rischi di rovinarlo sono gli stessi che si riscontrano nell’infilarlo.

Attenzione anche al lavaggio. Spesso ho visto cartellini sbiaditi e ridotti a brandelli da lavaggi in lavatrice, perchè dimenticati nella giacca o nel pantalone della tuta.

Fate attenzione a ciò che mettete a lavare in lavatrice!

Far fare un lavaggio con tanto di centrifuga finale al costume da gara vorrà dire rovinarlo irrimediabilmente.

7. Take it easy!

Il momento è delicato, la spesa è importante e segna il passaggio verso il mondo agonistico.

Tutto questo però deve essere vissuto con la giusta leggerezza e capacità di adattamento che noi adulti dovremmo aver conquistato con l’esperienza.

Siamo dunque parte di questo processo evolutivo di nostro figlio senza voler imporre nulla e senza ricordargli ogni giorno “quanto ci costa il nuoto”!

Prima di ogni altra cosa il nuoto gli regalerà i ricordi più belli della sua vita.

Il primo costumone non si dimentica mai, proviamo a rendere questo momento il più piacevole possibile.

E voi, come vi siete districati nella scelta del costume da competizione?

Scrivetelo nei commenti!

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About Braden Keith

Braden Keith

Braden Keith is the Editor-in-Chief and a co-founder/co-owner of SwimSwam.com. He first got his feet wet by building The Swimmers' Circle beginning in January 2010, and now comes to SwimSwam to use that experience and help build a new leader in the sport of swimming. Aside from his life on the InterWet, …

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