Sei Stato Aggiunto Al Gruppo “Scuola Nuoto“. Ovvero, manuale di sopravvivenza per i genitori.
Sottotitolo: una risata ci salverà tutti.
Il nuoto è uno sport completo.
Sembra uno di quei slogan ai quali prima o poi devi cedere per non sentirti un abitante di Marte che ha trovato un biglietto last minute per il pianeta Terra.
Settembre inoltrato, scuole ormai riaperte.
L’esperienza della traversata del parcheggio della scuola dei vostri figli non altera le vostre capacità di relazione, ed ecco che, forti dello slogan di cui sopra, decidete di iscrivere il vostro dolce pesciolino alla
scuola nuoto
Ottima scelta!
Sapete cosa vi aspetta?
Il pupo che bacia la medaglia d’oro olimpica con sottofondo l’inno nazionale ed il fragore del pubblico è un immagine troppo allettante per lasciarla nei percorsi onirici notturni.
Ciò che si cela dietro il tornello della piscina sarà qualcosa che va ben al di là dei vostri incubi peggiori.
Sarà un’esperienza di crescita, di maturazione e di soppressione di quella parte per lo più nascosta che vorrebbe andare in giro munita di spray soporifero.
Se siete alla vostra prima esperienza, respirate profondamente. Giugno non è poi così lontano.
LO SPOGLIATOIO
Scegliete una piscina nella quale sia rigorosamente vietato ai genitori l’ingresso negli spogliatoi.
Lasciate il pargolo con lo zainetto che gli arriva alle caviglie, aggrovigliato tra il badge che non funziona mai al primo passaggio e la sacca dalla quale fuoriescono shampoo e ciabatte.
Scappate.
Emigrate.
Fingete una telefonata da un pronto soccorso qualsiasi e ricomparite soltanto quando tutto sarà finito.
Lo spogliatoio non è un luogo sicuro per adulti in abito da lavoro, tacchi e piega da 30 €.
Dovete per forza entrare? Eliminate il parrucchiere dalle spese mensili, e già che avete risparmiato un centinaio di euro, fate scorta di impermeabili.
Vapore, acqua che vi inonda da ogni dove. Piccoli essere umani che vi arrivano alle ginocchia che corrono in lungo e largo. Odore di shampoo alla mela verde (ma non erano stati banditi negli anni ’80?) e balsami cocco e vaniglia che, a sentire le urla delle bambine, ‘sti nodi non è che li sciolgano così bene.
GLI ALTRI GENITORI
Superato lo shock “spogliatoio” decidete di riposarvi ed attendere i prossimi 50 minuti ad osservare le prodezze acquatiche della prole.
Cinquanta minuti. Vi sembrano pochi, giusto? Siete adulti ed abituati al rapporto con altri adulti.
Cosa sarà mai intavolare una conversazione tranquilla con altri genitori?
Pensiero condivisibile, se non fosse che in ogni piscina c’è la mamma del futuro Michael Phelps che discute con il padre della futura Federica Pellegrini su quanto sia inadeguato l’istruttore. Quest’ultimo, nonostante i bambini di cui sopra abbiano un “innegabile talento” continua a farli nuotare con i coetanei, nonostante sia di lapalissiana evidenza che a 6 anni sono già pronti per l’agonismo!
La soluzione? Cuffie. Non quella che vostro figlio ha già perso tre volte in acqua, ma quella che si attacca al cellulare. Musica a palla e forse, sottolineo forse, con un po’ di fortuna verrete ghettizzati come “asociali”.
Il corso di nuoto non è ancora finito, ma lascio a voi il brivido della scoperta.
Perchè se il gruppo whatsapp “mamme della IB” vi provoca l’orticaria alle 7 di mattina con 35 GIF di “Buongiornissimo kaffeeeee???”, non avete ancora provato il brivido della notifica “sei stato aggiunto al gruppo scuola nuoto“.
Ricordate: il nuoto è uno sport completo, per i genitori è uno sport estremo.
Ci vediamo in piscina!