Shayna Jack, sebbene non ci sia ancora la data per l’udienza dinanzi al CAS, ha rilasciato oggi una dichiarazione completa sul suo account personale Instagram.
“Ora inizia la vera lotta”
E’ così che la velocista australiana 21enne ha iniziato il suo lungo post, continuando:
“Oggi ho ricevuto un ulteriore avviso in relazione alla mia udienza al CAS. Quasi dodici mesi fa, il mio mondo è stato messo sottosopra a causa dell’accusa di aver usato una sostanza proibita. Nonostante una vita di competizioni pulite e sapendo che non avevo usato nessuna sostanza proibita, la mia vita è cambiata (sic) e mi sono ritrovata in un mondo sconosciuto di avvocati, politica e macchinazioni che mi era completamente estraneo”.
Shayna Jack ha ricevuto una squalifica di quattro anni dalla Australian Sports Anti-Doping Authority (ASADA). La nuotatrice di Brisbane era tornata a casa in Australia nel mezzo del raduno di rifinitura prima del mondiale di Gwangjiu la scorsa estate. All’epoca aveva affermato che il suo passo indietro era dovuto a “motivi personali”. Successivamente è emerso che Jack risultava positiva alla sostanza vietata Ligandrol.
Avvero quella decisione, la Jack ha proposto ricorso dinanzi alla Corte di Arbitrato dello Sport.
LE DICHIARAZIONI DI Shayna Jack:
“Ora inizia la vera battaglia. Oggi ho ricevuto un ulteriore avviso in relazione alla mia udienza presso il Tribunale Arbitrale per lo Sport (CAS). Quasi dodici mesi fa, il mio mondo è stato messo sottosopra a causa delle accuse di utilizzo di una sostanza proibita nel mio sport. Nonostante una vita di competizioni pulite e sapendo che non avevo usato nessuna sostanza proibita, la mia vita è cambiata. Mi sono ritrovata in un mondo sconosciuto di avvocati, politica e macchinazioni che mi era completamente estraneo. Il processo è stato a volte estremamente arduo e debilitante.
Ci sono molti aspetti del sistema antidoping che sono seriamente difettosi. Ma forse l’elemento peggiore è la presunzione di colpa che si deve sopportare. Che tipo di sistema fa credere di essere colpevole di una presunta violazione e ti dà la responsabilità di provare la tua innocenza?
Ora, però, ho l’opportunità di difendere la mia carriera e la mia reputazione. Ho intenzione di vincere questa battaglia e di rimettermi in gioco. Di rivendicare la mia posizione di membro della squadra di nuoto australiana.Tutti sanno cosa vuol dire farsi portare via qualcosa di prezioso e io non sono diversa.
Tuttavia, riconquistare l’appartenenza alla mia squadra e l’opportunità di nuotare di nuovo a livello agonistico non è il mio unico obiettivo. Durante questo calvario, ho imparato molto su me stessa. Ho imparato che il mio sport più puro è stato il nuoto, che la mia individualità e la mia unicità sono alla base della mia forza di fondo. Ho preso coscienza della mia determinazione residua e del mio desiderio assoluto e onnicomprensivo di rivelare la verità. La comprensione del valore di una mente forte e positiva è stata rafforzata, come la fede in ciò che sono e in ciò che rappresento. E’ cementata la comprensione di come il mio messaggio sia un messaggio da condividere con gli altri.
Non tutti combatteranno contro un sistema imperfetto e si troveranno ostracizzati dai loro amici e dal gruppo di sostegno per qualcosa che non hanno fatto. Se lo fai, però, alzati e combatti e sappi che il tuo onore sarà sempre difeso se dici la verità”.
IL CASO SHAYNA JACK