Sun Yang ha formalmente proposto appello avverso la sentenza della Corte di Arbitrato dello Sport, che lo aveva condannato ad otto anni di sospensione.
Il campione cinese ha depositato gli atti il giorno 29 Aprile 2020, un giorno prima della scadenza del termine.
La decisione del Tribunale svizzero è stata depositata il 28 Febbraio. Da quel giorno devono essere computati i termini di presentazione di eventuali ricorsi. L’Alta Corte, a causa della pandemia da COVID-19 ha però sospeso la sua attività, il che ha comportato anche la sospensione dei trenta giorni utili per la proposizione degli appelli.
Le decisioni del CAS sono ricopribili soltanto per incompetenza, violazioni di norme di diritto fondamentali, incompatibilità con l’ordine pubblico.
Il ricorso al Tribunale Federale Svizzero diventa l’ultima spiaggia per Sun Yang.
Sun potrebbe vedersi ridurre la sospensione ad un anno ed avere la possibilità di gareggiare alle prossime Olimpiadi di Tokyo.
L’appello al Tribunale federale potrebbe non essere l’unica possibilità per Sun.
Come ultima spiaggia, Yang potrebbe anche appellarsi direttamente a FINA affinché gli venga ridotto il periodo di sospensione.
SENTENZA CONTRO SUN YANG
“Il gruppo CAS ha deciso all’unanimità, con sua piena soddisfazione, che l’Atleta ha violato l’articolo 2.5 FINA DC (manomissione di qualsiasi parte del controllo antidoping).
In particolare, è stato riscontrato che il personale incaricato del controllo antidoping rispettava tutti i requisiti. Più specificamente, l’Atleta non è riuscito a dimostrare di avere una giustificazione convincente per distruggere i suoi contenitori per la raccolta dei campioni e rinunciare al controllo antidoping quando, a suo avviso, il protocollo di raccolta non era conforme all’ISTI.
Sun Yang, dopo la pubblicazione della sentenza che gli impone il divieto di praticare questo sport per i prossimi otto anni, ha ribadito la sua innocenza.
Ho sempre creduto nella mia innocenza. Sono sotto shock, arrabbiato e non riesco a capire il risultato del procedimento della Corte di Arbitrato dello Sport.
Sun ha dichiarato inoltre di aver sempre collaborato attivamente in accordo con le varie leggi sui controlli antidoping. Nel caso incriminato, gli accentratori secondo Sun non erano qualificati.