I nuotatori hanno una vita che in quanto a ritmi non è paragonabile a nessun altro sport.
Spesso ci si chiede come fanno ad incastrare tutto in sole ventiquattro ore. Uno sport che si vive in silenzio, in una introspezione con sé stessi che spesso lascia poco spazio all’interazione con le altre persone.
Uno sport che, in una Nazione come l’Italia, vive grazie a persone che hanno sangue e cloro nelle vene.
Ci sono domande che noi tutti ci poniamo ogni giorno, alle quali sappiamo trovare risposte solo se scaviamo nel nostro intimo.
Se ami il calcio, vivi nella Nazione giusta.
Winston Churcill scrisse: “In Italia si perdono le partite di calcio come fossero guerre e le guerre come fossero partite di calcio”
L’Italia è un paese di Santi, Poeti, Navigatori e Allenatori di Calcio. Ogni giorno tutti possono cercare e trovare qualsiasi notizia riguardi il Campionato di Serie A.
Se ami il nuoto, ti tocca smanettare convulsamente sulla tastiera del tuo smartphone prima di trovare qualche notizia.
Troverai un posto familiare solo nella tua piscina, tra i tuoi simili, dove nessuno per qualche ora ti chiederà
“perché lo fai?“, “ma non ti annoi ad andare da una parte all’altra di un muretto? “,” ma vai tutti i giorni? “.
Vallo a spiegare che quell’ora l’hai dovuta barattare a casa con un film di cui dimenticherai il titolo dopo due minuti, che quello è l’unico posto dove trovi pace, che il silenzio dell’acqua è diventato il tuo antistress, che la stanchezza, il fiato corto sono la cosa che più ti fa sentire vivo.
Come si fa a spiegare che la domenica hai dovuto far suonare la sveglia alle sei di mattina?
Percorri chilometri di autostrada per una gara, mentre gli altri si riposano e continuano a dirti:
“Tanto è solo una gara”, “mica ti pagano”.
Ti ripaga il nuoto, tutto quello che dai ti ritorna indietro sotto forma dei sorrisi dei tuoi compagni di squadra, dell’abbraccio del tuo allenatore. La tua vita è l’adrenalina che ti fa impazzire di gioia nell’istante in cui tocchi la piastra.
Sai cos’è la paura vera, quando dopo aver indossato il tuo costume ti senti chiamare ed un attimo sei lì, completamente solo, avvolto solo dal silenzio rotto da un fischio.
Nell’istante in cui non pensi a nulla o pensi a tutta alla tua vita, nell’attimo in cui sei presente solo a te stesso e tutte le risposte appaiono davanti a quella striscia blu.
Il nuotatore non è una specie migliore, è una specie diversa.
Il nuotatore impara a bastarsi.
Vive la vita trattenendo il fiato. Conosce i battiti del proprio cuore più di qualsiasi altra persona sulla faccia della terra. Controlla i battiti, controlla il respiro, controlla le emozioni, controlla il cuore.
Può fare affidamento solo su se stesso, la sua partita non avrà gironi di ritorno, né tempi supplementari o calci di rigore.
Non avrà il compagno di squadra a riprendere la palla da lui persa.
Per capire il nuoto lo devi vivere, e questo lo rende così profondamente totalizzante.
Odi l’acqua, ma non puoi vivere senza.
Le piscine non saranno mai abbastanza, i tuoi idoli saranno sempre sconosciuti, la TV non trasmette, o trasmette solo in parte, quello che per te è l’Europeo, o il Mondiale. Non potrai rilassarti sul divano a guardare programmi di approfondimento ad ogni ora del giorno e della notte.
Rinuncerai alle serate con gli amici, dovrai giustificare il tempo tolto allo studio.
Dovrai spiegare ancora che dopo gli allenamenti eri troppo stanco, affamato e deconcentrato per preparare l’interrogazione del giorno dopo.
Quella è la vita che sogni, quello è il lavoro a cui aspiri.
Anche se hai soltanto 15 anni, non conosci un altro modo di sopravvivere, se non nuotando, e nuotando ancora.
Ti accorgi alla fine, che alle domande vorrai sempre rispondere, sperando che un po’ di quel blu che ti porti dentro arrivi a chi ti sta di fronte.
Se sei costretto a fermarti, per una settimana, un mese o un anno, tutti giustificheranno la scelta. Ti diranno che un pò di riposo può farti solo bene, che alla fine puoi concentrarti su altre cose più importanti. Ora puoi costruirti una vita privata “normale”.
Tu invece ogni giorno avrai negli occhi la tua corsia. Guarderai i tuoi occhialini riposti nel cassetto, li toccherai, pulirai i vetri. Ti mancherà sempre di più quella sensazione che solo l’acqua può darti.
Senti un vuoto che non riesci a spiegare, un buco che dallo stomaco arriva fino in gola, che quasi ti impedisce di parlare.
Il nuotatore può trovare la sua dimensione e la felicità solo tra corsie. Cronometri ed attimi senza fiato. E senza quelle sensazioni si sentirà di morire ogni giorno un pò di più.