Volevamo solo nuotare. Alla fine questo sappiamo fare.
Volevamo correre dietro una stagione che sembrava già finita in partenza, come quando arrivi in stazione e vedi il tuo treno che sta chiudendo le porte. Tu però per qualche strano pensiero che frulla nella mente inizi a correre più forte, quasi a sperare che qualcuno ti veda così disperato e ti apra le porte del tuo ultimo treno.
Ti ripetono che non è l’ultimo treno. Che di lì a poco ne passerà un altro e tu potrai comodamente sederti a guardare il panorama dal posto lato finestrino, ignorando tutto il resto. Te lo stai ripetendo anche tu, ogni giorno, ogni ora che trascorre senza acqua. Vuoi convincere te stesso che ci saranno altri treni, altre destinazioni, altri posti da visitare e conquistare.
Un senso di colpa misto a responsabilità che razionalmente riesci a comprendere a persino a spiegare. Razionalmente e ad alta voce. Dentro la rabbia, la frustrazione, la delusione.
Qualcuno di voi si sentirà penalizzato rispetto a chi può continuare a nuotare. Sentirà di avere meno possibilità, meno tempo ed una strada tutta in salita davanti a sé.
Questi sono i giorni più difficili da superare perchè avete il ricordo vivo di ciò che è già stato ed il terrore che quello che era il vostro sport non torni più come prima.
Quando questi sentimenti vi travolgeranno guardate oltre. Andate a vedere cosa gli altri nuotatori stanno realizzando nonostante tutto.
Ci sarà un tempo per tornare a splendere, un tempo per tornare ad abbracciarci.
Tornerà lo Stadio del Nuoto di Riccione pieno fino al bar di migliaia di nuotatori provenienti da ogni comune d’Italia. Torneranno i genitori ad affollare le gradinate. Le loro urla riempiranno ancora tutte le piscine d’Italia.
Questo è il momento di dimostrare la reale forza di chi ha fatto di questo sport la sua vita.
Dimostrate al mondo cosa è un nuotatore, anche se in fondo noi
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